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Di Digital intermediate un must per i corretti workflow di editing e post

Storia dei software di editing

Fin dalla preistoria dei programmi di montaggio c’è sempre stato il problema di gestire il flusso video, in primis per questioni di performance, perché i dati di una pellicola non erano gestibili in tempo reale dai computer degli anni 80, e quindi si lavorava con il concetto dell’Offline, ovvero si creava una copia in bassa qualità del girato, si montava la bassa qualità, poi veniva generata una lista di tagli, e una persona dedicata tagliava e rimontava la pellicola alla vecchia maniera, in moviola con scotch e taglierina. Nel caso del video lo stesso discorso avveniva esportando una EDL (edit decision List) compatibile con le centraline dell’epoca e il video veniva nuovamente montato da zero ripartendo dai nastri.

I primi sistemi di montaggio software utilizzavano il nastro come sistema di archiviazione dati, poi negli anni 80 apparve una evoluzione chiamata EditDroid, fatta creare da un tizio barbuto per montare le sue produzioncine, dato che non era soddisfatto della bassa qualità dell’offline su nastro, Edit Droid era un sistema che utilizzava il Laserdisk come supporto, per cui il computer in realtime leggeva e saltava da un laserdisk all’altro (c’erano più lettori in linea) in modo rapido e con una buona qualità rispetto al nastro, con la soddisfazione del personaggio in questione e il suo amico che girava sempre con il cappello da baseball calcato sulla testa, i due strani personaggi che insistevano tanto sulla qualità e sul portare il montaggio ad un livello maggiore erano Lucas e Spielberg, che erano sicuri della rivoluzione in corso.

Negli anni 90 nacque Avid, il primo sistema di massa per il montaggio Offline, dove anche se si montava materiale in bassa qualità, una finestra da 320*200 pixel, con una compressione molto alta, era un modo rivoluzionario rispetto ai precedenti sistemi perché non richiedeva tutto lo spazio per i lettori dei laserdisk stile EditDroid, aveva una compressione variabile (in un’epoca in cui 120 MEGA di hard disk costavano quanto 5.000 euro di oggi, quindi era fondamentale ottimizzare lo spazio), permetteva di lavorare con strumenti più evoluti rispetto ai precedenti.

Fin dalla sua nascita Avid basò il suo flusso di lavoro su il codec DI Avid, ovvero il materiale originale era convertito in un formato più adatto a lavorare il video, pur mantenendo le informazioni come codici di tempo per il montaggio finale da centraline, codici pellicola per un taglio preciso, strumenti più vicini a quella che era la mentalità dell’epoca di montatori video e cinema.

Con il passare del tempo questo codec di lavorazione si è evoluto fino all’attuale DnxHR che supporta una risoluzione spaziale virtualmente infinita, e può essere codificato in qualità 4:4:4 per essere non solo un codec off-line a codec on-line.

Facciamo un salto in avanti di qualche anno, nascono diversi software di montaggio video e ogni marchio svilupperà il proprio codec di lavoro, che nel tempo si sono evoluti, da codec offline, quindi di bassa qualità, ma alta compressione al principio opposto ovvero un codec DI, Digital Intermediate.

Cos’è il codec DI?

Un codec DI, Digital intermediate è un codec di lavorazione che nasce per essere il modo migliore di gestire il materiale audio video che abbiamo realizzato, un Di nasce per essere :

  • un codec di altissima qualità e livello visivo
  • leggero da usare, leggere e scrivere su qualunque programma
  • supportare profondità colore anche maggiore del file di partenza per agevolare la correzione colore e preservare ogni tipo di informazione.
  • permettere ricompressioni (generazioni multiple) senza perdite apparenti

Anche se la maggior parte dei programmi di montaggio moderni prevedono la possibilità di usare i file nativi, in molte situazioni è molto più efficiente come velocità e qualità convertire i file in un codec DI per gestire meglio il materiale video.

Perchè usare un codec DI

per quanto il nostro sistema di editing sia potente, veloce, ottimizzato, arriveremo sempre al suo limite, o per quantità di tracce, effetti, o per filmati a crescente risoluzione e profondità colore (4k HDR), quindi è importante sapere che possiamo ottimizzare le capacità e potenzialità dei nostri computer sfruttando questo tipo di codec alternativo ai codec originali.
Una buona ragione per usare un codec DI?

  1. possibilità di editare e riprodurre correttamente video pesanti che la macchina non sarebbe in grado neanche di riprodurre
  2. possibilità di editare e manipolare in modo più rapido il video
  3. esportare in un formato non a perdita, ma che conservi la qualità originale senza occupare tutto lo spazio del non compresso
  4. poter usare un codec che non venga INTERPRETATO ma letto direttamente per evitare le strane problematiche che possono nascere con codec h264/5, Mpg di vario tipo etc etc
  5. usare un codec universalmente riconosciuto da ogni programma che acceda ai codec di sistema sui due principali sistemi operativi (MacOsX e Windows), senza doversi legare ad un programma o a un sistema, che in passato ha creato problematiche e incompatibilità di vario genere.

I miti sui DI

  1. Ma se converto in perdo qualità….
    la perdita di qualità è relativa alla conversione in formati a perdita, non con i DI che nascono esattamente per preservare e mantenere la qualità orginale.
    La conversione va fatta con software dedicati, mentre spesso la perdita di qualità si nota nell’uso di utility di dubbie origini e/o per uso amatoriale, che per convertire rapidamente usano scorciatoie di vario tipo per accelerare le lavorazioni e quindi scartano informazioni secondo loro non utili.
  2. Ma se converto con il codec DI xxx è più pesante…
    verissimo per il peso sul disco, al contrario sulla CPU, perchè un codec DI converte i frame da GOP (group of picture) in frame completi, per cui occuperà un maggior spazio sul disco, ma il processore sarà sollevato dai compiti di estrazione dei singoli frame ogni volta che si farà play, avanti, indietro, etc e quindi potrà dedicare i processi alla elaborazione e non alla semplice estrazione dei frame.
  3. Perdo tempo a convertire invece che usare direttamente…
    questo è il mito più ridicolo… le persone spesso vedono come tempo perso il tempo di copia e conversione in DI, ma non si accorgono di tutti i rallentamenti che avvengono quando si deve attendere le preview, il calcolo degli effetti, i tempi di analisi durante il montaggio. Usare un DI accelera tutti i processi di rendering e analisi, quindi il tempo di conversione si fa una volta, tutti i tempi di elaborazione durante il progetto vengono sollevati grazie al codec DI.
  4. Ma se poi non posso più leggere il codec XX su un’altra macchina?
    i codec DI nascono per la compatibilità, per cui TUTTI sono installabili GRATIS su ogni macchina windows e MacOsX, e spesso sono già integrati sulle suite dei maggiori prodotti di Editing e Post.
    Ad esempio Adobe e Blackmagic Design hanno acquisito i diritti per fornire di serie con i loro prodotti encoder e decoder per leggere senza installazioni aggiuntive Prores, Cineform, Avid dnxHD/HR, e per quanto riguarda BMD anche i codec GrassValley.
    Se per una qualunque ragione vogliamo visualizzare i file su una piattaforma che non ha questi software è possibile scaricare i codec free per vedere e codificare TUTTI questi codec sui software che leggono dal sistema le librerie dei codec sia sotto MacOsX che Windows, di recente il famoso player free VLC ha aggiunto tali codec nella lista dei decoder.
  5. Se il mio cliente non può installare codec?
    partiamo dal principio che di serie senza codec praticamente si può leggere poco o niente su qualunque sistema operativo, perchè persino l’mpg2 senza un lettore dvd software installato non si può leggere sotto windows perchè non hanno acquistato i diritti, stessa cosa sotto MacOsX che legge i dvd, ma non gli mpeg2 dai software se non ha lui stesso i codec, viene letto giusto l’h264 e poco più.
    Comunque il cliente mica deve vedere i file originali, e/o consegnare il master al cliente, il cliente riceverà il prodotto finito, che sarà un file compresso, non un DI.
    Se il cliente pretende di avere un master o il girato, dovrà anche avere i mezzi per leggerli correttamente… il concetto che non può installare codec non può riguardare la visione il materiale intermedio, e comunque potrà chiedere al reparto IT di installare i codec relativi dato che nessuno di essi offre problemi di compatibilità o rischi di sicurezza (la bufala del quicktime risale ad una versione di quasi 10 anni fà, del 2008, che Apple chiuse ai tempi, l’ultima release del QT per windows non ha nessun rischio di sicurezza).
  6. Qualcuno mi ha detto che è meglio lavorare con i file nativi
    quel qualcuno probabilmente intendeva non comprimere i dati ulteriormente convertendoli in formati a perdita, oppure quando si parla di file raw per la parte del montaggio, ma quando si lavora con quel tipo di dati o si ha un DiT che gestirà il workflow o si saprà bene cosa fare e quindi tutto questo discorso e questa domanda non sarà posta.

 


Zuppa di codec

tape-soup-capone-3Nel moderno mondo digitale si scatta, si riprende senza preoccuparsi come le immagini si archivino sui telefoni, telecamere, macchine fotografiche, etc. Poi caricandoli direttamente sul web, sui propri cloud, partendo dallo smartphone, alla smartcamera o altro, i file vengono transcodificati in x codec diversi, il che finchè non ci servono, non è un problema, ma quando dobbiamo aprire questi file ed editarli con un programma di editing, potremmo incontrare diversi problemi.

Iniziamo col capire cosa è un codec e cosa è un contenitore:

Il contenitore è la struttura che contiene i file video, che può cambiare a seconda del sistema operativo (sotto windows è comune .avi mentre sotto MacOsX è comune .mov) che favorisce le risorse del sistema nell’aprire il contenuto dei file.

Il codec è il sistema con cui i diversi fotogrammi di un filmato vengono archiviati, a seconda del codec possono occupare più o meno spazio, offrire più o meno qualità, richiedere più o meno risorse CPU per leggere i singoli fotogrammi.

I codec hanno diverse caratteristiche, ma quello che interessa a noi è se un codec è pensato per la cattura e storage o per la lavorazione, quindi editing etc.

I codec classici di registrazione di telecamere e dslr sono codec di cattura, quindi il loro obiettivo è massima qualità, minimo spazio occupato; il problema della decompressione e compressione è relativo perchè questi dispositivi hanno sempre una soluzione hardware per leggere e scrivere questi codec.

Un codec di lavorazione, normalmente detto DI Digital Intermediate è un codec che occupa molto più spazio sul disco, ma preservando la qualità originale permette una lavorazione fluida, semplice all’interno di tutti i programmi professionali.

DI sono codec come Prores, Cineform, DnXHD/HR, GV codec e simili.

Oggi affrontiamo una problematica molto sentita nel mondo moderno, ovvero come convertire le sorgenti in formato X in uno di questi formati di lavorazione.

Per lavorare più comodamente durante e dopo la conversione suggerisco di installare il Quicktime7 sia su Windows che su Mac (per chi pensa che il quicktime X basti, si legga l’articolo sui limiti dello stesso, e tutti i problemi che causa al sistema, dalle preview mancanti alla forzata conversione dei file anche quando non serve).

Quicktime7 per windows si scarica da qui.

Quicktime7 per OsX si scarica da qui.

Codec Cineform per windows e mac si scarica Installando la goPro App da qui.

Codec DnXhD/R Avid per win e mac si scarica da qui.

In questo modo grazie al Quicktime 7 si è in grado di inserire gli altri codec nel sistema in modo più ampio, e grazie a questi ottimi codec DI possiamo convertire il formato X difficile o impossibile da lavorare in un formato pensato per essere lavorato.

indexPer convertire cosa usiamo?

Sia per Windows che per MacOs esistono diverse soluzioni sia Free che a pagamento che leggono e poi convertono i file in altri formati.

Chi acquista la licenza di un prodotto Adobe video ha la possibilità di usare Media Encoder, programma nato e pensato per la conversione dei file video. Al suo interno contiene già sia i preset per Cineform che DnXhD/HR, e anche i codec per la conversione, per cui per convertire uno o più file basta trascinare sopra l’interfaccia, sul preset scelto il o i file che vogliamo convertire e poi attendere…

Il pacchetto è presente identico sia per windows che per mac.

imagesSe fossimo interessati ad una soluzione Free?

Sotto windows un programma interessante è VirtualDub, in particolare aggiungendo alcune plugin gratuite che gli permettono di utilizzare il motore di FFmpeg per la lettura dei file di ogni tipo e codec.

Funziona bene anche con Parallels sotto MacOS, quando sono necessari alcuni tipi di conversioni speciali complicate.

squaredlogo96Un prodotto disponibile sia per windows che mac è Mpeg streamclip, che prevede di leggere moltissimi codec e salvare nei codec presenti nel sistema (compresi Cineform e DnxHd e Prores).

Questo prodotto è particolarmente interessante per la sua capacità di leggere formati web come il formato .flv di flash e similari.

iconSotto MacOs esiste un altro prodotto Free chiamato Media converter, da prendere direttamente dal suo sito, perchè ne esistono diversi con nome simile. Il sito originale è questo media-converter.sourceforge.net

Questo convertitore è basato su FFmpeg, un filo più complesso da usare se si vuole uscire dagli standard perchè prevede di conoscere settaggi etc, ma molto potente, in particolare per la sua capacità di fare il rewrapping, ovvero cambiare il contenitore ai file che potrebbero essere letti direttamente da win e mac, ma è incapsulato in un contenitore poco “editor oriented”. La procedura per usarlo per tale processo la trovate in questo mio articolo.

logoUn altro prodotto molto interessante e comodo per le conversioni disponibile sia sotto Windows, Mac e Linux è Handbrake, sempre basato su FFmpeg, ha un sacco di possibilità di lettura e scrittura di codec, è più semplice per la gestione delle conversioni dei file, e legge anche formati come divx e simili, senza avere il codec installato sul sistema

Anche se molti non comprendono la necessità di convertire i file in un DI, è un processo fondamentale per semplificare i processi di editing, infatti molti pacchetti professionali, Avid per primo, comporta prima del montaggio la conversione in tale formato, poi si può iniziare ad editare il materiale, solo di recente con il concetto dei link AMA si possono montare i file originali senza conversioni, ma solo in determinate condizioni.

Final cut lo stesso discorso, il formato ProRes (anch’esso un DI) fu creato per quello. Edius della GrassValley (nome storico nel video e nella postproduzione hanno i GV Codec; Adobe ha acquisito le licenze di Cineform e DnxHD/Hr da Avid per fornire a Premiere i codec DI migliori, e a breve con la nuova release offrirà anche il codec Prores per entrambe le piattaforme, windows e mac, direttamente, senza richiedere soluzioni di terze parti.

qtE Bug di sicurezza del quicktime per windows?

Ultimamente sto leggendo notizie allarmistiche riguardo ad un teorico bug del quicktime 7 per windows, la verità è che la vecchia versione di Quicktime 7, se si attivavano le estensioni web e java per il web poteva essere usato da hacker per entrare nel computer, ma la release attuale (quella linkata in questo articolo) non solo ha corretto il bug, ed evita l’installazione delle estensioni web se non necessarie.

Personalmente non ho mai avuto problemi neanche con il precedente prodotto.
Utilizzo un principio : la macchina da lavoro NON deve essere connessa a internet, per evitare update automatici di sistema o software che potrebbero in qualche modo danneggiarvi durante un lavoro, i forum sono pieni di persone in panico perchè si è aggiornato il sistema (win o mac) si è aggiornato il programma grazie ai sistemi di aggiornamento intelligente (non si sa però intelligenza di chi, visti i danni che fanno), e il programma o è instabile o non legge correttamente il progetto.

Sia perchè non permetto mai ad un qualunque software o sistema operativo di comunicare all’esterno senza il mio permesso; il concetto è talvolta noioso, perchè si deve confermare al firewall che la comunicazione in ingresso o uscita ogni volta, ma almeno sono sereno che ho ridotto ad un numero vicino a zero le problematiche di questo tipo.


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