Carlo Macchiavello

Tutto è possibile

perchè le box cam non vanno bene per chi le vorrebbe

Ricordo da una vita il desiderio di gear, hardware dei filmaker, istigati dai produttori di props per le camere, la possiiblità di attaccare, aggiungere pezzi alla propria camera, “potenziarla” secondo loro, spesso mettendo quello che potrebbe servire, riempiendo e circondando la camera di tutto e di più… per poi usarle per lo stile Run and gun… ovvero lo stile guerrilla che dovrebbe essere fondato sulla semplicità.

Curioso come in campi paralleli, come quello fotografico, questo tipo di Rigging non ha mai preso piede, i fotografi aggiungono una cover alla camera, elegante, un bottone più ampio … al massimo un battery grig per aumentare l’autonomia della camera durante scatti prolungati, ma niente di esagerato.

La scusa numero 1 che sento da chi vuole le box cam è :
la vogliono personalizzare, perchè a loro serve la cam con i componenti disposti in modo differente… mah… soprattutto perchè di solito questo tipo di scusa la sento usare da persone che non hanno reali esperienze con più camere, se va bene con telefono e una reflex, ma non hanno mai usato telecamere reali, spallari o quel tipo di camere dove l’ergonomia è studiata da DECENNI e tutto è pensato per far lavorare in un certo modo le persone.

Infatti appena vedo un rig di questi personaggi posso notare tre cose scomode :
bilanciamento del peso : la struttura non è pensata per distribure il peso mentre ci si muove, si cammina, o semplicemente la si tiene su un in mano, causando oscillazioni e/o problemi dopo poco tempo che uno usa la camera, lasciamo stare poi l’idea di metterla su un gimbal, visto che la distribuzione del peso e la posizione del monitor sono fondamentali per la gestione sul quel tipo di prodotti.
ergonomia : i bottoni da schiacciare, le ruote da girare per controllare fuoco, diaframma e zoom non sono usabili dalla stessa mano.
trasportabilità : quasi tutti i rig che ho visto sono proni a danni durante il trasporto della camera perchè la struttura e i cablaggi non sono protetti e se posti in borsoni, flycase etc comunque rischieranno di colpire e danneggiare i connettori delle camere e le altre attrezzature.

La scusa numero due è :
se la devono montare per riprese speciali ad esempio

  • camera car : un rig per montare una camera qualunque su una macchina, stabile, costa dai 200 ai 500 euro, e si montano camere per diversi kg, non c’è bisogno di mettere una box cam, e nella maggior parte dei casi una camera più grande è anche più stabile. comunque tutti questi rig hanno un mount per una testa di cavalletto e quindi si monta quello che si vuole.
    Se si deve fare un rig leggero, si usano action cam come le ultime gopro, oppure come la blackmagic micro studio cam g2, per restare sul leggero.
  • drone cam : questa è l’accezione che mi fa più ridere.. perchè chi lo dice non ha il patentino, non sa cosa voglia dire far volare un drone nè quali siano le logiche per farlo volare.
    Per avere un drone che sollevi una camera 300-400 gr si devono spendere diverse migliaia di euro, lo si deve fare di professione, si devono aver speso altrettanti euro per i patentini per i droni grandi, assicurazioni etc, senza contare che la camera volerebbe quasi alla cieca, mentre essendoci con spese minori droni con camere che registrano anche in raw, con controllo totale, ottiche hassemblad, è ridicolo anche pensarlo… ma ammettendo di volerlo fare, vuol dire che non ci sono problemi di budget.

La scusa numero tre è che la camera non è adatta al loro tipo di ripresa, quindi la devono rendere da run and gun a camera spallare, aggiungenso spallaccio, monitor laterale, maniglie, appendono cavi varii, dalla batteria partono più elementi per alimentare i prodotti

  • da box cam a spallare significa spendere molti soldi aggiungere alimentare tanti elementi collegati, monitor/viewfinder, microfono, recorder audio, radiomicrofono; montare uno spallaccio e dei magic arm per portare il monitor davanti a loro, spesso troppo vicino causando fatica agli occhi.
  • collegare ad una batteria più prodotti fa rischiare il cosiddetto ground loop; quando si collegano più apparecchi alla stessa batteria si rischia il corto circuito e friggere connettori hdmi e sdi come niente.
  • alla fine se la camera non nasce per essere spallare diventa difficile avere un buon bilanciamento del peso, il che ne risulterà una camera difficile da bilanciare sulla spalla quando ci si muove, quando si cambiano focali o fuoco, quando si deve fare una ripresa per un tempo prolungato.

Quindi in breve, chi vuole una box cam per cambiare il rig e adattarla a più situazioni e risparmiare invece di comprare più camere, finisce con lo spendere di più in accessori e contorni; chi vuole cambiare la natura della camera si troverà con una camera che non ha mai i bottoni al posto giusto, quindi perderà tempo (vitale per chi fa run and gun) nel cercare controlli e/o cambiare le impostazioni, chi vuole piazzarla in posti speciali si accorgerà che comunque dovrà aggiungere come minimo un trasmettitore video per vederne le uscite con il rig e scoprirà che non è più economico fare questo tipo di scelte…

Per tutti gli altri, che non hanno problemi di budget, le box cam sono perfette, perchè saranno le camere per quello che servono, mentre per le altre operazioni, useranno altre camere, perchè ogni camera ha il suo ambiente naturale d’azione.

Un esempio :
Red Komodo, perfetto leggera, versatile. solo il corpo macchina sono 6k, poi aggiunto un monitor, supporti proprietari dove registrare e altre due o tre sciocchezze, si arriva senza problema a 10k. quindi se si sono spesi 10k per una camera specifica non è un problema spenderne altri per una seconda cam più comoda per metterla sulla spalla.

Sony Fx 3, perfetto, versatile, leggera, solo il corpo macchina sono 4.7k, da aggiungere poi monitor esterno, recorder esterno per il raw, e arriviamo senza problema a 7-8k

Panasonic Lumix DC-BS1HE, leggera, versatile, buon sensore, solo il corpo 3.4k, da aggiungere poi monitor esterno e/orecorder esterno per il raw, e arriviamo senza problema a 5/6k

giusto per citare marchi noti di box cam di un certo livello.

Blackmagic Micro Studio Camera g2, la box cam di Blackmagic che nessuno o quasi conosce.

Viviamo in un mondo assurdo dove le persone gridano al miracolo se qualche influencer di turno o qualche social presenta una novità… che magari novità non è, e che magari esiste ufficialmente da anni.

Di recente tutti i più importanti social stanno commentando una mod della pocket 6k g1 per trasformarla in box cam, che sembra essere il santo grall dei videomaker (ne parleremo in un altro articolo), questa mod la potete vedere sul sito ufficiale https://nexus-cameras.com/ e sul video del rendering su youtube

Ora non pensiate che io sia contro queste iniziative, anzi… ammiro chi ha la capacità di progettare e creare queste mod, ma non questo l’argomento del post, quanto il fatto che Blackmagic produce da anni una box cam, ma per qualche ragione, non essendo pubblicizzata come tale, viene completamente ignorata…

Blackmagic Micro Studio Camera G2

Qui trovate quello che tutti vogliono, ma non sanno che è già in produzione, ed è la seconda iterazione di questo tipo di camere.

Facciamo un giochino, domanda e risposta :

Perchè vuoi una box cam?

perchè voglio riggarla come voglio, perchè la voglio leggera per metterla su gimbal, drone, e fare riprese action ovunque.

Cosa vuoi da una box cam?

leggerezza, comodità, buona qualità, versatilità, alimentazione multipla.

Perchè non hai guardato questa box cam?
perchè la maggior parte della gente non sa che esiste…

La Micro Studio cam è basata sul progetto della pocket4k, in versione mini…
La Micro Studio Cam è una cinepresa digitale con:

  • camera da 300gr
  • sensore da 4/3 e attacco m4/3 (vi ricorda qualcosa?)
  • doppio iso con buona sensibilità di un sensore sony
  • 13 stop di gamma dinamica
  • da 23.97 a 60fps
  • funzioni timelapse e hyperlapse
  • Lut support e tutte le funzioni classiche di BMD Os
  • registra in braw su porta USB
  • uscita HDMI, ingresso e uscita SDI (la pocket questa non ce l’ha)
  • controllo remoto via HDMI, SDI e USB-ethernet tramite protocollo ARC
  • Ingresso microfonico esterno
  • ingresso per alimentazione 12v
  • supporto alle classice lp6
  • un attacco da 1/4 superiore e 3 sotto la camera

Se ho solleticato la curiosità dei più suggerisco di vedere questa recensione, che è molto completa e ben pensata.

La prossima volta che penseremo che qualcosa non esiste, proviamo a fare alla vecchia maniera, guardare il sito del produttore e vedere tutti i modelli e le loro caratteristiche di lavoro, forse può essere più comodo, soprattutto per chi deve mettere sui droni le camere e vuole ottimizzare peso e controllo.
Per chi è più smanettone ho visto diversi progetti che tramite arduino creano controlli per questa cam molto interessanti.

Usiamo quello che abbiamo

Con l’inizio dell’anno nuovo ci sono sempre tanti propositi, chi vuole dimagrire in risposta ai bagordi fatti a natale e capodanno, chi vuole rimettersi in forma, chi vuole rinnovare vestiti e … ovviamente chi si occupa di creazione trova la scusa per comprare qualcosa di nuovo 😛

Una scusa buona per gettare dalla finestra il vecchio e passare al nuovo…

o forse no… forse sarebbe il momento di imparare a capire cosa abbiamo per le mani e non seguire le mode consumistiche di questa società che sta riempiendo sempre di più di spazzatura di ogni tipo il mondo.

Mi sono reso conto leggendo su un forum che le persone sono sempre più superficiali anche quando non se lo possono permettere, e decidono di cambiare strumenti, attrezzatura, etc solo perchè gli è stato detto che non è adeguata, quando magari ha potezialità e feature superiori a quella che agognano, ma solo perchè non ha il colore giusto o la forma giusta…

Nel post una persona avrebbe pagato 1500$ per un telefono che facesse una serie di cose, che una cam di 7-8 anni fà già faceva, meglio e con delle feature in più, ma non la considera, perchè non è un telefono.

In un altro post leggevo di una persona che non capiva perchè l’ottica fotografica non tenesse il fuoco durante lo zoom, lamentandosi del fatto scontato che lo dovesse essere, e al suggerimento che poteva comprare una telecamera che ha lo zoom parafocale (non che sapesse cosa fosse, ma era quello che cercava), la risposta è stata che tutti fanno video con le fotocamere (mirrorless le ha chiamate non sapendo che esistono anche altre tipologie), che le telecamere non esistono più da tanti anni e altre amenità che vi risparmio… considerato che la persona in questione non ha mai scattato una foto, perchè “testuali parole, le foto ormai si fanno col telefono”, non c’era motivo di usare una mirrorless, ma ha visto che gli youtuber, i tiktoker fanno cosi, dicono cosi…

resto sempre perplesso come le persone comprino senza fare ricerche serie, ma si affidino a dei teorici guru, perchè è più facile, e poi scoprendo che non sono i prodotti adatti a quelle che serve a loro, rugnare all’infinito su tutti i social e forum che il prodotto x fa schifo, che non ha le feature che servono a loro…

Allo stesso tempo, resto convinto che le persone non sappiano come imparare ad usare ciò che hanno, dal semplice telefono a camere più sofisticate, per la pigrizia di non leggere i manuali anche se brevi… conosco persone che non hanno letto il manuale della prima blackmagic, 26 pagine con le immagini, e poi non sapevano come navigare con 6 tasti della camera e le tre pagine di menù della camera… figuriamoci se prendono in mano una camera più moderna dove i menù sono almeno un centinaio con altrettanti varianti di funzioni…

impariamo a usare quello che abbiamo, a comprenderne i punti forti e punti deboli, facciamo una lista di ciò che si può fare con quello che abbiamo, e usiamoli!

qualche tempo fa questo metodo portà un giovane texmex a rompere le regole a Hollywood, potete leggere le sue parole in un libro dove espone la sua prima esperienza con un film indipendente girato con una lampada, una cinepresa in prestito, la pellicola per girare una sola volta le scene, tanti amici e tanta voglia di fare…

a rebel without a crew, di Rober Rodriguez…

il problema del Fan… qualcosa

Ogni tanto mi si chiede perchè parlo bene di un determinato marchio e ho abbandonato il marchio xxx. Mi si chiede perchè sono entusiasta del marchio YYY e non più del marchio ZZZ.

C’è un momento nella vita in cui si può essere fanboy, ovvero essere entusiasti supporter di un marchio, di un prodotto, e di solito è quando si è molto giovani.
Sono stato supporter e sostenitore di un software 3D in italia quando quasi nessuno lo conosceva, ho creato la mailing list (tempi lontani in cui forum e social erano non concepibili), un blog quasi giornaliero con notizie, link e utility quando il concetto di blog non esisteva proprio, e io scrivendo manualmente in html creavo quello che oggi comunemente si chiama Blog, ma 30 anni fà quasi nessuno aveva un concetto del genere.

Come per i software, ho fatto mille cambi anche con le telecamere, macchine fotografiche, telecamere, sistemi operativi (ne ho usati più di trenta di cui molti sconosciuti alla massa), perchè sono un curioso e perchè mi piace cambiare e sperimentare, mi annoio facilmente e ho bisogno oltre che di lavorare, di stimolare la mia curiosità sperimentando sempre qualcosa di nuovo per raccontare delle storie.

Al contrario di molte persone, che hanno bisogno delle convenzioni, di appartenere ad un popolo, ad un gruppo, di avere le loro certezze, il loro modo di lavorare sempre uguale, a me piace il cambiamento, lo stimolo a non fossilizzarsi in abitudini e metodi di lavoro.

Quindi se cambio marchio, se cambio prodotto, è per noia, o per upgrade di qualche tipo, nessuno mi ha mai pagato per dire che XXX è meglio di YYY; quando ho lavorato per uno o l’altro marchio l’ho sempre dichiarato e comunque ho mantenuto un’etica di esser onesto e dire pro e contro di un prodotto, perchè se ti descrivo i punti deboli, mi crederai quando ti descrivo i punti di forza, altrimenti si penserà che io sia uno dei tanti venditori di fumo che mostrano solo il lato sano della mela e nasconda dietro la parte marcia.

Troppo spesso mi è stato detto che passando da x a y tradivo un marchio… considerato che nessun marchio mi ha mai chiesto l’esclusiva, e anche se fosse non accetterei, l’unico tradimento che si può fare nella vita è tradire la fiducia delle persone, non una fede incondizionata negli oggetti, perchè alla fine i marchi sono sempre oggetti, niente di più che oggetti.

Spesso troverete post che partono dalla parte negativa di un prodotto per poi arrivare ai vantaggi, perchè cosi nessuno può accusarmi di cecità selettiva, ma soprattutto no stress… da fanboy, no stress da articoli fanservice, and more…

Il prodotto perfetto non esiste, perchè se parliamo di foto e video, un marchio ha il miglior sistema di autofocus, l’altro ha il miglior sistema di stabilizzazione lente sensore, l’altro la versatilità dei file, l’altro il sensore con più dinamica, l’altro una miglior ergonomia del corpo macchina, l’altro con migliori menù di lavoro, un altro avrà l’ecosistema migliore per far lavorare tra di loro le macchine, l’altro la color science più facile da gestire per il cinema, l’altro per la tv, ci sarà il marchio/sensore pensato per il low light, quello per lavorare meglio con le situazioni estreme di luce e contrasto e cosi via

Nei software avrete quello più diffuso, quello più potente, quello con l’interfaccia meglio pensata (mmm no quello non posso dirlo di nessun software oggi nel 2023, siamo indietro di un quarto di secolo sulle interfacce desktop), quello che fa schifo come workflow ma ha cosi tanti plugin che sopperisce al fatto che il codice di base è anni 90, quello che è cosi usato da trovare video su youtube per ogni singola operazione, quello che costa meno, quello che ha una compatibilità migliore tra diversi Os e plugin e cosi via… 
NON ESISTE IL PRODOTTO PERFETTO, se lo pensate, o siete un fanboy/girl oppure state cercando di vendermelo e avete sbagliato matto con cui provarci, visto che in determinati ambiti ho usato e comprato cosi tanti software che alcuni neanche sanno che esistono 😛

Concludiamo con il concetto fondamentale, come chiesi un giorno ad un ex allievo, e persona che posso definire oggi un caro amico, Antonio Papa, quando parlando di un noto software, e di alternative, gli chiesi :
Vuoi essere un montatore o un operatore di “nome del software”?

Fatevi questa domanda, siete dei Creator di contenuti, mestiere xxx o utilizzatori di un determinato software/hardware?
Non c’è nulla di sbagliato nel rispondere in uno o nell’altro modo, semplicemente chiedevi cosa volete fare della vostra vita e seguite la vostra strada.
Se poi volete essere fedeli a qualcosa… scegliete una persona, che sia un o una compagna, o semplicemente un o una amica, è la scelta più sana sia fisicamente che mentalmente che possiamo fare oggi ;-D

 

12 regole per esser sicuri di avere problemi con i Braw

Da diversi anni ho notato che riscuotono più interesse gli articoli al negativo, probabilmente perchè funzionano come la psicologia inversa, o forse perchè c’è una forma di masochismo insito nella rete nel cercare il negativo invece che il positivo, mah…

Molte volte ho visto e sentito parlare del problema dei file Braw, soprattutto oggi con i file più grandi e con un pensiero troppo … fluido nel gestire supporti e le loro caratteristiche, che poi è una scusa per non seguire le regole 😯 .

Cosa può dare problemi con i file Braw?
  1. La registrazione su un supporto sbagliato, non certificato
    (la certificazione non è un semplice test di velocità, ma significa che bmd o qualche altro testano in molte condizioni diverse l’affidabilità del supporto dal primo all’ultimo byte, troppi elementi possono rompere la vostra catena di velocità e rovinare una ripresa)
  2. Registrazione su supporto frammentato
    (cancellare e scrivere i file da computer o altro)
  3. Registrazione su un supporto non formattato dalla camera
    (non molti sanno o non verificano quanti file nascosti sono scritti da certe marche, perché ovviamente ottimizzano le proprie camere)
  4. Registrazione su supporto con un cavo sbagliato
    (non tutti i cavi sono uguali)
  5. Registrazione su supporto esterno con batteria insufficiente
    (è un problema meno considerato, ma è la causa del 90% dei file corrotti su disco esterno, molte piastre per le batterie esterne hanno una doppia alimentazione 7,4v -12v, assicuratevi di collegarle al pin giusto a 12v).
  6. Registrazione su un supporto non correttamente fissato alla videocamera durante le riprese in movimento
    (usb c è il connettore più debole del mondo, un piccolo movimento può causare la disconnessione di un pin, sufficiente a rovinare la ripresa)
  7. Spegnere la camera senza aspettare che smetta di lavorare sul supporto
    (molte persone spengono la videocamera in modalità play. tornano alla modalità di registrazione e la spengono)
  8. Registrare a un bitrate più alto/una qualità superiore a quella del supporto senza avvisare della mancanza di fotogrammi.
  9. Aprire il supporto da Windows e permettere che chkdsk faccia il suo lavoro per distruggere i dati (più frequente di quanto si pensi, non lasciare mai collegato il supporto esterno a Windows durante il riavvio, chkdsk naque per file molto piccoli, secoli fò, oggi quando agisce su file grandi causa al 99% solo danni)
  10. Abbassamento dell’energia durante la registrazione
    (batteria scollegata o ignorata a fine vita, ricordate che quando la batteria si scarica, la videocamera inizia a ridurre l’energia al dispositivo esterno e successivamente si spegne, questo causa la corruzione del disco Cfast o Usb che chiude i file braw)
  11. Aggiornamento del firmware del supporto
    (a volte la frenetica mania di aggiornare tutto dimentica che tutta la catena si basa sul vecchio stato della catena e aggiornare qualcosa non è mai una buona cosa).
  12. Copia di file senza controllo, oggi abbiamo uno strumento gratuito in Resolve per clonare il contenuto dei nostri file su un altro disco rigido, se non vi piace Resolve c’è un ottimo strumento gratuito chiamato QuineCopy https://www.quine.no/quinecopy.
    Molto spesso i problemi dei file sono relativi alle copie non eseguite correttamente.

E a questo ne aggiungo uno, ma essendo superstizioso non lo chiamo 13

12.5 Uso del filesystem ExFat su file molto grandi.
Ove è possibile, Blackmagic ve lo permette, invece del filesystem ExFat usiamo il HFS+, nato in casa Apple e corrispettivo del più robusto NTFS di Micorsoft. Se usate Windows esiste un driver del costo di 12 euro per leggerlo e scriverlo come se fosse nativo (Paragon HFS+ for WIndows), saranno i soldi meglio spesi della vostra vita.
Il motivo è molto semplice, ExFat era nato per WindowsCE nel 2006, col il limite di pochi GB di dimensione massima (era per dei prodotti tascabili), e poi modificato in seguito per poter formattare e gestire supporti e archivi più grandi, ma…. purtroppo scrivendo file molto grandi questo filesystem è molto più sensibile a errori, a problemi nel recupero dei dati in caso di danni alla struttura del disco etc etc etc.
Quindi se avete la possibilità, evitate quel FileSystem, usiamo NTFS sotto Windows e HFS+ e successivi sotto Mac.

In caso di problemi di corruzione, ma i dati ci sono, un metodo per recuperare i dati è mostrato in questo video :

oppure si possono contattare Aeroquartet

La mia esperienza con BMCC, BMPC4K, Ursa Mini Pro G1, p4k, 2x p6k G1 ha dato, seguendo le regole, quasi zero problemi di file corrotti durante il lavoro 😀

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