Tutto è possibile

Mese: Maggio 2016

Zuppa di codec

tape-soup-capone-3Nel moderno mondo digitale si scatta, si riprende senza preoccuparsi come le immagini si archivino sui telefoni, telecamere, macchine fotografiche, etc. Poi caricandoli direttamente sul web, sui propri cloud, partendo dallo smartphone, alla smartcamera o altro, i file vengono transcodificati in x codec diversi, il che finchè non ci servono, non è un problema, ma quando dobbiamo aprire questi file ed editarli con un programma di editing, potremmo incontrare diversi problemi.

Iniziamo col capire cosa è un codec e cosa è un contenitore:

Il contenitore è la struttura che contiene i file video, che può cambiare a seconda del sistema operativo (sotto windows è comune .avi mentre sotto MacOsX è comune .mov) che favorisce le risorse del sistema nell’aprire il contenuto dei file.

Il codec è il sistema con cui i diversi fotogrammi di un filmato vengono archiviati, a seconda del codec possono occupare più o meno spazio, offrire più o meno qualità, richiedere più o meno risorse CPU per leggere i singoli fotogrammi.

I codec hanno diverse caratteristiche, ma quello che interessa a noi è se un codec è pensato per la cattura e storage o per la lavorazione, quindi editing etc.

I codec classici di registrazione di telecamere e dslr sono codec di cattura, quindi il loro obiettivo è massima qualità, minimo spazio occupato; il problema della decompressione e compressione è relativo perchè questi dispositivi hanno sempre una soluzione hardware per leggere e scrivere questi codec.

Un codec di lavorazione, normalmente detto DI Digital Intermediate è un codec che occupa molto più spazio sul disco, ma preservando la qualità originale permette una lavorazione fluida, semplice all’interno di tutti i programmi professionali.

DI sono codec come Prores, Cineform, DnXHD/HR, GV codec e simili.

Oggi affrontiamo una problematica molto sentita nel mondo moderno, ovvero come convertire le sorgenti in formato X in uno di questi formati di lavorazione.

Per lavorare più comodamente durante e dopo la conversione suggerisco di installare il Quicktime7 sia su Windows che su Mac (per chi pensa che il quicktime X basti, si legga l’articolo sui limiti dello stesso, e tutti i problemi che causa al sistema, dalle preview mancanti alla forzata conversione dei file anche quando non serve).

Quicktime7 per windows si scarica da qui.

Quicktime7 per OsX si scarica da qui.

Codec Cineform per windows e mac si scarica Installando la goPro App da qui.

Codec DnXhD/R Avid per win e mac si scarica da qui.

In questo modo grazie al Quicktime 7 si è in grado di inserire gli altri codec nel sistema in modo più ampio, e grazie a questi ottimi codec DI possiamo convertire il formato X difficile o impossibile da lavorare in un formato pensato per essere lavorato.

indexPer convertire cosa usiamo?

Sia per Windows che per MacOs esistono diverse soluzioni sia Free che a pagamento che leggono e poi convertono i file in altri formati.

Chi acquista la licenza di un prodotto Adobe video ha la possibilità di usare Media Encoder, programma nato e pensato per la conversione dei file video. Al suo interno contiene già sia i preset per Cineform che DnXhD/HR, e anche i codec per la conversione, per cui per convertire uno o più file basta trascinare sopra l’interfaccia, sul preset scelto il o i file che vogliamo convertire e poi attendere…

Il pacchetto è presente identico sia per windows che per mac.

imagesSe fossimo interessati ad una soluzione Free?

Sotto windows un programma interessante è VirtualDub, in particolare aggiungendo alcune plugin gratuite che gli permettono di utilizzare il motore di FFmpeg per la lettura dei file di ogni tipo e codec.

Funziona bene anche con Parallels sotto MacOS, quando sono necessari alcuni tipi di conversioni speciali complicate.

squaredlogo96Un prodotto disponibile sia per windows che mac è Mpeg streamclip, che prevede di leggere moltissimi codec e salvare nei codec presenti nel sistema (compresi Cineform e DnxHd e Prores).

Questo prodotto è particolarmente interessante per la sua capacità di leggere formati web come il formato .flv di flash e similari.

iconSotto MacOs esiste un altro prodotto Free chiamato Media converter, da prendere direttamente dal suo sito, perchè ne esistono diversi con nome simile. Il sito originale è questo media-converter.sourceforge.net

Questo convertitore è basato su FFmpeg, un filo più complesso da usare se si vuole uscire dagli standard perchè prevede di conoscere settaggi etc, ma molto potente, in particolare per la sua capacità di fare il rewrapping, ovvero cambiare il contenitore ai file che potrebbero essere letti direttamente da win e mac, ma è incapsulato in un contenitore poco “editor oriented”. La procedura per usarlo per tale processo la trovate in questo mio articolo.

logoUn altro prodotto molto interessante e comodo per le conversioni disponibile sia sotto Windows, Mac e Linux è Handbrake, sempre basato su FFmpeg, ha un sacco di possibilità di lettura e scrittura di codec, è più semplice per la gestione delle conversioni dei file, e legge anche formati come divx e simili, senza avere il codec installato sul sistema

Anche se molti non comprendono la necessità di convertire i file in un DI, è un processo fondamentale per semplificare i processi di editing, infatti molti pacchetti professionali, Avid per primo, comporta prima del montaggio la conversione in tale formato, poi si può iniziare ad editare il materiale, solo di recente con il concetto dei link AMA si possono montare i file originali senza conversioni, ma solo in determinate condizioni.

Final cut lo stesso discorso, il formato ProRes (anch’esso un DI) fu creato per quello. Edius della GrassValley (nome storico nel video e nella postproduzione hanno i GV Codec; Adobe ha acquisito le licenze di Cineform e DnxHD/Hr da Avid per fornire a Premiere i codec DI migliori, e a breve con la nuova release offrirà anche il codec Prores per entrambe le piattaforme, windows e mac, direttamente, senza richiedere soluzioni di terze parti.

qtE Bug di sicurezza del quicktime per windows?

Ultimamente sto leggendo notizie allarmistiche riguardo ad un teorico bug del quicktime 7 per windows, la verità è che la vecchia versione di Quicktime 7, se si attivavano le estensioni web e java per il web poteva essere usato da hacker per entrare nel computer, ma la release attuale (quella linkata in questo articolo) non solo ha corretto il bug, ed evita l’installazione delle estensioni web se non necessarie.

Personalmente non ho mai avuto problemi neanche con il precedente prodotto.
Utilizzo un principio : la macchina da lavoro NON deve essere connessa a internet, per evitare update automatici di sistema o software che potrebbero in qualche modo danneggiarvi durante un lavoro, i forum sono pieni di persone in panico perchè si è aggiornato il sistema (win o mac) si è aggiornato il programma grazie ai sistemi di aggiornamento intelligente (non si sa però intelligenza di chi, visti i danni che fanno), e il programma o è instabile o non legge correttamente il progetto.

Sia perchè non permetto mai ad un qualunque software o sistema operativo di comunicare all’esterno senza il mio permesso; il concetto è talvolta noioso, perchè si deve confermare al firewall che la comunicazione in ingresso o uscita ogni volta, ma almeno sono sereno che ho ridotto ad un numero vicino a zero le problematiche di questo tipo.


Esposizione, Pellicola vs Digital cosa è cambiato? ma è veramente cambiato qualcosa?

Il superpotere della pellicola

I fautori della pellicola combattono sempre strenuamente sulla qualità inarrivabile della pellicola con il digitale, e spesso hanno ragione su una cosa, che la pellicola offre la qualità. Questo perchè se sei un cane a illuminare o a esporre non viene qualcosa così così come col digitale, ma uno schifo inutilizzabile…

La pellicola ha un’alta tolleranza sulle alte luci, per cui nelle situazioni in cui la luce è tanta, perdona un sacco di errori, ma dalla prima telecamera diffusa nel mondo, la parola d’ordine era… “riprende alla luce di una candela” … da schifo, aggiungerei, ma lo faceva… questo dava l’illusione di fare riprese senza luce, senza usare la giusta illuminazione.
Che poi questo fosse materiale inutilizzabile, ben lontano dal concetto di cinema e immagini di qualità, quello è un altro discorso…

La pellicola ha il merito che insegna a esporre, a non fare le riprese a caso perchè ha un costo molto alto, a non “cercare l’inquadratura” a non “proviamo mentre giriamo” e tutte quelle brutte abitudini nate con analogico e digitale dove i costi sono teoricamente più bassi.

Perchè oggi ci sono tante cineprese digitali e si vedono ancora tante immagini tanto …. digitali?

Partiamo dal fatto che il gusto visivo è cambiato, dalla fine degli anni 90 in poi si sono diffuse molto mode e stili visivi con contrasti molto alti, saturazioni forti, contrasti di colore particolari, e la pessima abitudine di postprodurre troppo colore e immagini invece di stabilire bene in ripresa il materiale.

Partiamo dal fatto che ci sono diverse scuole di pensiero dei Dop, quelli che hanno strenuamente combattuto contro il digitale; quelli che hanno accettato passivamente l’uso delle camere digitali senza conoscerle e poi in post gestirne le risultanti; quelli che hanno studiato i sensori e li hanno confrontati con le pellicole, che si sono fatti il loro DiT personale, con il quale gestiscono il colore.

Tra una telecamera e una cinepresa digitale o la pellicola, ci sono diverse differenze.

Quando si prende una pellicola negativa e la si espone alla luce, più luce cattura e più diventa densa (infatti si chiama negativo per quello), quindi la pellicola ha una maggior tolleranza alla sovraesposizione, perchè più luce più densità, più dettaglio. Mentre meno luce meno densità quindi assenza di dettaglio. E’ esattamente la stessa cosa delle cineprese digitali (Red,Arriflex, Bmd), mentre l’opposto delle telecamere dove la luce se è poca o troppa è sempre un problema perchè hanno la capacità di catturare una gamma dinamica inferiore, ovvero la gamma di sfumature tra luce e ombra.

E’ una abitudine diffusa che nell’esporre una pellicola negativa si esponga 2-3 diaframmi sopra l’esposizione media per avere una immagine più densa di dettagli, perchè il negativo regge molto bene questo tipo di informazioni.

Un sensore di una telecamera o di una DSLR quando viene usata come telecamera invece sono sensori che lavorano in modo più lineare, ovvero possono catturare una scala di luminosità da X a Y, oltre si brucia, sotto è nera. Questo vuol dire che le informazioni nelle ombre saranno più scarse, e spesso nelle luci alte si bruceranno facilmente i dettagli.

Un sensore di una cinepresa digitale si comporta in modo simile alla pellicola, quindi per avere una buona immagine la si deve esporre correttamente sulle ombre, per la maggior parte delle persone non sembra corretto, perchè vedono una immagine molto chiara o in alcuni casi bruciata, ma è come funziona il sensore cinema, o la pellicola negativa. Soprattutto che arriva dalla ripresa a 8 bit delle telecamere o delle DSLR sembra completamente sbagliato riprendere in quel modo, ma è semplicemente il modo corretto con cui esporre una immagine per estrapolare il meglio delle informazioni.

Il discorso è molto semplice:

  • poca luce poche informazioni = rumore
  • molta luce = informazioni buone nelle ombre e il resto si riporta in basso grazie alla miglior tolleranza dei sensori digitali e la registrazione di informazioni ampie di tali camere.

graficaUn’altra differenza importante tra una telecamera e una cinepresa digitale è che le informazioni di cattura sono ad un livello superiore. La più semplice delle cineprese digitali lavora a 10bit contro gli 8 bit delle telecamere classiche. Anche se potrebbe sembrare poca la differenza, significa che invece di avere 256 tonalità luminose per colore ne abbiamo 1024, e la risultante finale è uno scontro tra 16 milioni (16.777.216) di colori contro poco più di un miliardo di tonalità (1.073.741.824), ovvero 67 volte i colori di una telecamera. Avendo così tante informazioni in più abbiamo molte più possibilità di lavorazione sulle immagini anche se portate di più al limite.

Senza considerare che le cineprese digitali possono lavorare anche a 12bit raw, ovvero arrivare a oltre 68 miliardi di colori (68.719.476.736), 4096 volte i colori di una telecamera…

Quando si lavora con le cineprese digitali abbiamo un tipo di sensori particolari, con esposizione molto simile alla pellicola, che in gergo tecnico si chiama ETTR, Expose to the right, perchè esponendo si pone l’istogramma sulla destra per ottenere più densità nella parte centrale spostandola a desta.

A livello tecnico il concetto è semplice, se poca luce offre poche informazioni e quindi o viene fuori la grana pellicola, o viene su il rumore digitale col gain, invece di creare un sensore ultrasensibile (che poi diventa un problema nelle riprese diurne) è più semplice creare un sensore con una maggior sensibilità e gamma sulle luci alte, in modo che esponendo correttamente le ombre, il resto poi si abbassa, e si ottiene una immagine più ricca e pulita.


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