Tutto è possibile

Categoria: Filosofia di vita Pagina 1 di 5

Sotto questa categoria raccolgo quelle riflessioni particolari che possono cambiare o affrontare il modo in cui si approccia la vita.

Usiamo quello che abbiamo

Con l’inizio dell’anno nuovo ci sono sempre tanti propositi, chi vuole dimagrire in risposta ai bagordi fatti a natale e capodanno, chi vuole rimettersi in forma, chi vuole rinnovare vestiti e … ovviamente chi si occupa di creazione trova la scusa per comprare qualcosa di nuovo 😛

Una scusa buona per gettare dalla finestra il vecchio e passare al nuovo…

o forse no… forse sarebbe il momento di imparare a capire cosa abbiamo per le mani e non seguire le mode consumistiche di questa società che sta riempiendo sempre di più di spazzatura di ogni tipo il mondo.

Mi sono reso conto leggendo su un forum che le persone sono sempre più superficiali anche quando non se lo possono permettere, e decidono di cambiare strumenti, attrezzatura, etc solo perchè gli è stato detto che non è adeguata, quando magari ha potezialità e feature superiori a quella che agognano, ma solo perchè non ha il colore giusto o la forma giusta…

Nel post una persona avrebbe pagato 1500$ per un telefono che facesse una serie di cose, che una cam di 7-8 anni fà già faceva, meglio e con delle feature in più, ma non la considera, perchè non è un telefono.

In un altro post leggevo di una persona che non capiva perchè l’ottica fotografica non tenesse il fuoco durante lo zoom, lamentandosi del fatto scontato che lo dovesse essere, e al suggerimento che poteva comprare una telecamera che ha lo zoom parafocale (non che sapesse cosa fosse, ma era quello che cercava), la risposta è stata che tutti fanno video con le fotocamere (mirrorless le ha chiamate non sapendo che esistono anche altre tipologie), che le telecamere non esistono più da tanti anni e altre amenità che vi risparmio… considerato che la persona in questione non ha mai scattato una foto, perchè “testuali parole, le foto ormai si fanno col telefono”, non c’era motivo di usare una mirrorless, ma ha visto che gli youtuber, i tiktoker fanno cosi, dicono cosi…

resto sempre perplesso come le persone comprino senza fare ricerche serie, ma si affidino a dei teorici guru, perchè è più facile, e poi scoprendo che non sono i prodotti adatti a quelle che serve a loro, rugnare all’infinito su tutti i social e forum che il prodotto x fa schifo, che non ha le feature che servono a loro…

Allo stesso tempo, resto convinto che le persone non sappiano come imparare ad usare ciò che hanno, dal semplice telefono a camere più sofisticate, per la pigrizia di non leggere i manuali anche se brevi… conosco persone che non hanno letto il manuale della prima blackmagic, 26 pagine con le immagini, e poi non sapevano come navigare con 6 tasti della camera e le tre pagine di menù della camera… figuriamoci se prendono in mano una camera più moderna dove i menù sono almeno un centinaio con altrettanti varianti di funzioni…

impariamo a usare quello che abbiamo, a comprenderne i punti forti e punti deboli, facciamo una lista di ciò che si può fare con quello che abbiamo, e usiamoli!

qualche tempo fa questo metodo portà un giovane texmex a rompere le regole a Hollywood, potete leggere le sue parole in un libro dove espone la sua prima esperienza con un film indipendente girato con una lampada, una cinepresa in prestito, la pellicola per girare una sola volta le scene, tanti amici e tanta voglia di fare…

a rebel without a crew, di Rober Rodriguez…

Obsolescenza comunicativa

La riflessione nasce dal fatto che sono sempre andato controcorrente, non riesco a fare le cose perchè sono di moda, popolari, perchè si fanno così, e quindi posso definirmi un outsider, uno “strano”, uno di quelli che una volta erano chiamati Nerd, oggi più polically correct Geek, alle volte ha pagato essere diversi dagli altri, altre volte è stato un limite sociale, nella comunicazione o nella socialità, ma per come sono fatto di carattere è un più un problema per gli altri che per me.

Questo post nasce dal fatto che oggi vanno di più i Social, che i post nei blog (e infatti ho diversi canali youtube, il primo dal 2006, appena nacque), e Instagram, Vero, Wave e frequento (ma non produco) per TikTok, Facebook l’ho sempre usato dalla sua nascita, ma poco per la sua natura dispersiva e fortemente orientata far sparire le cose, e si legge in teoria poco…

“Gli algoritmi preferiscono gli articoli brevi e ridondanti…”
traduzione : dovrei trattarvi come dei decelebrati con un chiodo da 20 mm trafitto nel lobo frontale ripetendo almeno tre volte la stessa intro, in modo diverso per diventare più popolare per l’algoritmo…
Ho rispetto di voi. No grazie…

“Scrivi troppo, poi la gente non legge tutto”
bah… chissene… sono punti di vista di chi non legge neanche le istruzioni base e poi si lamenta che le cose non funzionano perchè non hanno tolto la linguetta di plastica delle batterie… secondo quelle persone sono meglio quei blog che hanno 8 righe ma la pagina sembra piena perchè sono tutte pubblicità e una testata relativa alla notizia…
Twitter è il luogo adatto per voi… non il mio sito, qui ci viene chi vuole sapere e imparare

” i video sono meglio”
si, ho anche più di un canale youtube da quasi vent’anni, per cose diverse..

” il tuo canale non ha contenuti regolari”
il canale principale contiene tutorial, trucchi, su diversi programmi, che faccio insieme a tante altre cose, forse ne nasceranno altri più variegati, quando ne avrò voglia 😛

Ok … arrivato quasi a 50 anni… penso che posso continuare così, essere diverso dagli altri, ed esser felice di avere vicino chi lo apprezza, e lontani chi non capisce le mie scelte…
ps Ovviamente la scelta per l’immagine è quella del Geek per eccellenza, ovvero il mitico Tim Burton.
pps su curiosità di un amico ho scoperto che nonostante il mio blog sia tutto controcorrente è visitato più di quello che penso, persino dal Giappone…
Diverso è il nuovo Popolare 😛

 

L’abitudine all’errore

Un divertente fatto accaduto oggi mi ha ricordato un episodio accaduto una decina di anni fà: in macchina con una persona, da neopatentato noto che non ha proceduto nel modo corretto, la persona in questione mi fa notare che sono neopatentato mentre lui guida da oltre vent’anni…

L’errore ripetuto per vent’anni gli da l’arroganza di affermare che è lui ad essere nel giusto… E parlo di una banalità come dare la precedenza sulle zebre…

In un’altra situazione, discutendo con un tecnico certificato xx, pluri qualificato yy in xx categorie afferma che è impossibile che esista un determinato problema di Windows, perchè lui in 6 anni di carriera non l’ha mai visto [errore che invece Microsoft mi ha riconosciuto e risolto].

Molto spesso chi ha confidenza con un argomento può commettere l’errore di non mettere in discussione la correttezza della conoscenza.
L’esperienza personale è importante, ma nessuno ha vissuto per tutte le vite di tutti.

Conosco molti artisti in tanti ambiti, che pur sbagliando ottengono risultati mirabolanti, e dato che lo fanno da oltre trent’anni sono convinti che sia il metodo migliore (non uso il termine corretto perchè ci potrebbero essere molte sfumature), non mettendo in dubbio il fatto che potrebbero impiegare meno tempo, meno fatica, o avere più flessibilità…

d’altronde di Leonardo da Vinci ne è nato uno solo…

Quante volte nella nostra vita, e mi metto in discussione per primo, la sicurezza nella propria conoscenza, nella nostra esperienza ci ha portato all’Assolutismo?

Io per primo ho fatto questo errore spesso, poi ho passato i 25 anni e ho compreso che il mondo è un infinito in divenire, e non è possibile avere le certezze di nulla, in nessun ambito o situazione.

Se pensiamo alla medicina, da un decennio all’altro, determinati trattamenti sono stati aboliti, perchè portavano più danno che beneficio; pensiamo alle costruzioni, abbiamo usato per decenni prodotti cancerogeni come l’amianto; pensiamo alla fisica, dove si pensava di aver scoperto l’elemento più piccolo, ma grazie a metodi diversi, strumenti più sofisticati, o nuove tecnologie ogni tot tempo si scopre un elemento più piccolo all’interno.

Se pensiamo all’immagine, fino ad un paio di anni fà circa si pensava che una brutta immagine si poteva solo buttare, mentre oggi grazie alle magie della AI si possono rimettere a fuoco immagini sfuocate, ingrandire rigenerando i dettagli di immagini molto piccole, interpolare in modo intelligente i fotogrammi per rendere più fluidi i ralenty, restaurare immagini danneggiate grazie alle reti neurali che rigenerano in modo intelligente e coerente i dettagli e così via…

Concludo citando del messaggio di un caro amico, che chiedendomi il tecnicamente corretto per l’esposizione, ho dovuto deluderlo non sapendo dargli una risposta unica, perchè gli strumenti sono solo dei riferimenti …

Il classico cartoncino grigio 18% si usa per avere un riferimento di esposizione, un valore medio per esporre la pelle umana generica, ma già passando da nord a sud dell’italia la pelle può essere più chiara o più scura.

A seconda dei sensori, della gamma dinamica, e di come essa è distribuita nei diversi ISO, conviene esporre in un modo o nell’altro, a esperienza del DoP sulla macchina (come una volta si facevano i test di esposizione sulle partite di pellicola prese per le riprese del film).

I dogmi esistono solo in religione, in tutti gli altri ambiti tutto cambia, può esserci molto di più di quello che conosciamo, più di quello che possiamo sapere, o ci sarà di più, per questo è importante la crescita e il cambiamento costante.

Io stesso in questo blog, man mano che ho imparato, che ho scoperto i miei errori ho allineato e corretto gli articoli per evitare la propagazione delle informazioni non corrette.

La gente ha memoria corta, per convenienza

Vedendo come ci siano mille e più post sui vari portali di tecnologia e filmaking non posso non notare come siano pieni di Fuffa, ovvero spazzatura tecnologica, prodotti che sono giocattoli in funzione di quello che dovrebbero fare, o peggio, innovazioni che sono solo la brutta copia di prodotti già esistenti che sono stati dimenticati.

Il passato va mantenuto e ricordato, per comprendere come oggi siamo in un momento storico di stasi imbarazzante…
la sempre maggior potenza in ogni campo è accompagnata da uno spreco assoluto delle risorse: oggi ci sono telefoni octacore, che potenzialmente potrebbero decodificare in realtime file raw 4k, che faticano a fare normali operazioni a causa di sistemi operativi sempre più ingolfati, pesanti e non riscritti dalla base ogni volta.
Un esempio banale? Le silicon Graphics su cui girava Softmage3D con cui furono fatti gli effetti di Jurassik Park (film pietra miliare nella storia della CGI) nel 1991 erano computer monocore, dove il più veloce aveva un processore 32bit a 250mhz, (nel 1992 la SGI lanciava i processori a 64bit… siamo fermi da allora) e poteva montare al max 256 Mega di ram, con un disco a stato meccanico da 7 giga… cioè neanche le caratteristiche da smartphone di livello infimo per gli standard di oggi.

Comunque visto che siamo qui per fare due riflessioni, vediamo per le news nei kickstarter…

1) backup più semplice con … Gnarbox  un box per fare backup delle card foto e video, un prodotto innovativo? insomma…

la copia di un prodotto che ho comprato nel 1996 chiamato Photobox, un semplice box con harddisk da 2,5, una batteria, gli ingressi per una serie di card di diverso tipo, un mini display e i bottoni per fare i backup del contenuto delle card, in modo sequenziale. Certo aveva un disco da 40 giga, ma le card più grandi erano da 2giga e ci stavano un boato di foto e video, perchè parliamo di un’epoca in cui 3-4 megapixel erano la media dei file, e pochissime erano le camere con il raw, solo le reflex.

Ricordo il modello Epson del 2004 che aveva anche il monitor 640×400 per vedere il contenuto del backup. E’ divertente notare come se si lanciava il backup su questo tipo di prodotto lui eseguiva una copia completa della card, questo moderno invece sceglie lui il tipo di file di cui fare i backup, per cui se avere file avchd troverete i database smontati, se usate altri tipi di file con nominazioni differenti da quelle scelte dai creatori di gnarbox non avrete backup… però questo ha il wifi e la app per il cellulare… ma non il sistema di controllo parity check nella copia dei file, tradotto con questo dovete controllare che abbia fatto il backup, quello Epson invece ce l’ha sempre avuto…
sembra un prodotto innovativo, ma … altri produttori continuano a farli da anni, e sono più sicuri, ad esempio Nextodiusa.com ma pochi se ne ricordano o si sbattono a cercare per la rete se esiste già qualcosa.

2) più veloci a cambiare le lenti, tenendole a fianco con triLenses
In un mondo in cui vi costringono a muovervi sempre più veloci dando l’illusione che sia meglio… per altri non per voi, viene proposto questo prodotto per chi non vuole aprire e chiudere lo zaino o la borsa foto ma avere a portata di mano tre lenti.

l’idea potrebbe essere buona, ma le due domande che mi sorgono sono :
– una protezione per le lenti che così sono esposte a ogni elemento Polvere, pioggia etc mentre sia in giro? mica tutte le lenti sono tropicalizzate
– una protezione da urti o da una caduta? se cade l’oggetto facciamo danni a tre lenti in un colpo solo…
– cosa impedisce alla spazzatura di ogni genere di accumularsi sui bocchettoni ed entrare nelle lenti?
– questo oggetto vale per le lenti fisse senza stabilizzatore, perchè gli zoom e le lenti stabilizzate con il movimento dell’anca (parte più mobile del corpo) subiscono sollecitazioni che possono danneggiare l’escursione dello zoom o il meccanismo dello stabilizzatore.
Diciamo che è il classico oggetto di design, figo da vedere ma nell’uso pratico ha mille e più difetti.
Inoltre si raddoppiano il numero di sollecitazioni sulle molle delle lenti, cosa che non accade tenendole con il classico tappo, quindi si fanno invecchiare più rapidamente i meccanismi di blocco.
Se volete avere più focali a portata di mano, invece che prendere questi giocattoli si investe su una sola lente zoom di alto livello, per la somma delle tre lenti, una lente veloce, ed eviterete tutti i lati negativi; l’idea di mettere le mie lenti prime sul fianco, esposte a qualunque ingiuria delle persone intorno a me, che non guardano e già ti scontrano perchè impegnati a vedere il loro status su Facebook, rischiando di farti cadere, e nel mentre colpire lenti da un migliaio di euro l’una se va bene… no grazie…

tecnologia che si rincorre, prodotti che scompaiono e ricompaiono, kickstarter inutili, etc etc remake inutili

come il mondo, persino la rete che teoricamente non dimentica, sia fatto per far dimenticare e quindi peggiorare le cose

Il mio amico Ambrogio di Espero, azienda per la quale tengo spesso corsi di Filmaking, Editing video e Postproduzione, 3D con Cinema4D e Zbrush, dice che sono la “memoria storica del settore” perchè ricordo come erano e quali prodotti ci sono stati in questi campi, avendone seguito le evoluzioni negli ultimi 30 anni,cosa che mi permette di lavorare più comodamente, e dare suggerimenti e trasmettere esperienze perse durante i miei corsi.


Covid19 – 4 – Consigli sulle batterie

Le batterie che normalmente usiamo in ambito informatico e filmaking si basano sulla tecnologia degli ioni di litio, una tecnologia che ha visto tante evoluzioni negli ultimi anni.

Ci sono tanti miti e leggende che trovano fondamento solo nelle prime versioni delle batterie agli ioni di litio, le moderne batterie hanno meno problemi rispetto alle precedenti tecnologie, ma ovviamente hanno dei limiti temporali di durata e un massimale di cariche e ricariche, per cui un buon uso delle batterie e una buona manutenzione è una buona abitudine per massimizzare la resa e soprattutto la durata della vita delle batterie.

Senza andare nel tecnico, una batteria è carica quando ha una differenza di potenziale tra positivo e negativo di un certo valore.
La batteria esprime il suo potenziale in Volt e ampere, quindi quando va caricata si applicherà un certo voltaggio e un certo amperaggio per ripristinare questa differenza di potenziale.

Durante la fase di carica il dispositivo / la batteria “chiede” la carica e il caricatore “offre” la potenza di carica fino al suo massimo valore di carica in Volt / Ampere.

La vita di una batteria

La durata della capacità di conservare ed erogare la carica è determinato da una serie di fattori:

  • numero di cicli di carica – scarica eseguiti
  • temperatura a cui è stata sottoposta la batteria
  • carica veloce vs carica lenta
  • età della batteria (anni trascorsi dalla creazione della batteria)
Numero di cicli di carica

Le batterie hanno un numero pressochè finito di cicli di cariche e scariche, che normalmente superano ampliamente la vita della batteria, quindi non dobbiamo preoccuparci di quante volte andremo a caricare una batteria. Un numero di cicli comune è intorno ai 1000 cicli fino ad arrivare a 8000 cicli di ricarica per alcune batterie di alta qualità. Ipotizzando di usare la batteria tutti i giorni, ricaricandola tutti i giorni si potrebbe ricaricarla per circa 3 anni senza avere ripercussioni sulla batteria.

Il caldo è il suo nemico

Il caldo generato dalla carica/scarica o quello esterno alla batteria dispositivo alimentato dalla batteria, influisce sulla qualità degli elementi chimici contenuti dentro la batteria e la loro capacità di lavoro.

Molte persone trattano male le batterie, le abbandonano scariche, al freddo, al caldo e tutte queste operazioni influiscono in modo netto sia sulle prestazioni che sulla durata di tenuta della carica delle batterie.

Carica Veloce vs Carica Lenta

Quando carichiamo una batteria da 12v possiamo usare un alimentatore da 12v 1 ampere oppure da 6v 2 ampere, la differenza tra i due casi è che con un amperaggio maggiore possiamo accelerare la carica, ma ciò genera un maggior calore, che non fa bene alla batteria e potrebbe dare danni ai cablaggi. Quindi l’uso della carica veloce, potrebbe usurare maggiormente la capacità della batteria di conservare la carica. Uso il condizionale perchè questa usura è determinata più dalla generazione del calore che da un danno chimico, quindi dipende dalla situazione, dal sistema di carica e dalla gestione della carica. Molti caricabatterie contengono chip di controllo della carica che monitorano la situzione e gestiscono l’amperaggio in uscita.

Età della batteria

L’unico vero difetto delle batterie al litio è che hanno una durata limitata, e quindi è importante conoscere la data di produzione della batteria perchè man mano che passa il tempo la capacità andrà a scendere in modo fisiologico, quindi anche quando acquistiamo le batterie per i dispositivi è importante verificare la data di produzione.

Conservazione

Quindi riassumento per conservare correttamente una batteria la strategia migliore è :

  • Fare un refresh della carica ogni 4-6 mesi.
  • Conservare in luogo fresco e asciutto.
  • Non lasciar scaricare la batteria a 0%.
  • Possono essere lasciate fino 40% di carica.

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