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La malattia della nitidezza

La percezione è l’arte che si dovrebbe dominare quando si affrontano le creazioni per immagine, a partire dall’illustrazione, la pittura fino ad arrivare alla fotografia e alle “motion picture”; uso il termine inglese perchè più si avvicina al concetto di quello che sono, ovvero immagini in movimento.

Prima dei sistemi di home recording e la possibilità di rivedere le immagini, il gusto delle persone era legato ai concetti e ai contenuti, mentre man mano che si diffondevano negli ultimi 40 anni i sistemi di visione casalinga, progressivamente sono nate delle finte necessità di maggior qualità e nitidezza create più dal marketing che dalle reali richieste dello spettatore medio, che guarda un film in sala proiettato in Imax, o mal trasmesso in streaming sul cellulare da 4 pollici, e dimentica entrambi con la stessa velocità.

L’ossessione per la nitidezza ha affrontato più fasi, negli anni 80 non c’erano mezzi per avere nitidezza reale a causa dei limiti dei mezzi video che catturavano le immagini, e la pellicola spesso era troppo costosa per i videomaker (all’epoca non si potevano categorizzare come filmaker proprio perchè il video, il nastro, erano lo strumento principe di lavoro per chi narrava per immagini low cost).

Nel video la nitidezza non esisteva realmente, sia perchè la quantità di informazioni registrabili anche su nastro betacam (telecamere da un centinaio di milioni delle vecchie lire) erano veramente poche (secondo i ragionamenti di oggi), sia perchè le lenti erano tarate su quel tipo di sensori e capacità di registrazione, sia perchè la gamma dinamica di quei sensori ccd, pur buona, non permetteva di affiancare informazioni che generavano un certo livello di contrasto senza perdere informazioni intermedie (appiattire il tutto).

Con l’introduzione del Digital video si sono introdotti diversi sistemi di “miglioramento” dell’immagine digitale, tra cui lo sharpness, ovvero una maschera di contrasto digitale che aumenta l’incisività di alcuni dettagli, ma in modo piatto… cioè dato che sono sistemi semplici di manipolazione dell’immagine, lo sharpness aumenta il dettaglio locale di oggetti vicini e lontanti, e quindi l’effetto diventa fastidioso e artificiale, vedesi l’articolo sull’effetto telenovelas.

Con il miglioramento della tecnologia e della risoluzione, le immagini video crebbero molto, ma l’ossessione per la nitidezza (dei tecnici) comportava sempre questo effetto video (lo sharpness) che ha sempre fatto storcere il naso ai filmaker finchè… arrivarono le macchine fotografiche.

L’introduzione molto recente (2008) delle video dslr fece un salto notevole sulla resa delle immagini, proprio perchè si parlava di pasta, di immagine meno nitida (non sfuocata) ma naturale delle fotocamere che offriva pur in un segnale compresso delle immagini più cinematografiche, ma con il vantaggio di gamma dinamica dei sensori fotografici e spesso con le lenti intercambiabili meno “wide like” cosa che erano i due talloni d’achille delle telecamere.

Con la diffusione poi delle cineprese digitali tutti questi elementi sono diventati disponibili e diffusi a tutti i livelli di acquisto, ma resta sempre questa ossessione della nitidezza da parte dei Pixel Peeper, che guardano ogni frame ingrandito 300%, che cercano ogni tipo di difetto come se fossero quelli i veri responsabili della qualità del prodotto.

La nitidezza sembra non essere mai abbastanza … peccato che troppa nitidezza CAUSI una serie di problemi non trascurabili:

  1. immagini più stroboscopiche perchè si fissano per più tempo sulla retina
  2. richiesta di datarate maggiori per dettagli che spariranno durante il delivery
  3. eccesso di nitidezza può dar vita a moires
  4. la profondità di una immagine viene data anche dalla “prospettiva aerea” descritta da leonardo nel suo “trattato sulla pittura” una immagine perfettamente nitida tende a essere anche più piatta.
  5. richiede una illuminazione maggiore e più accurata per dividere i piani e identificare le diverse zone
  6. porta il cervello spesso a distrarsi guardando troppo il dettaglio e meno il contenuto.

Molti filmaker confondono la fotografia statica con l’immagine in movimento e insistere troppo con il dettaglio rischia di deviare l’attenzione e il contenuto. Le dslr sono esplose proprio grazie a una maggior morbidezza d’immagine pur restando dettagliate.

Naturalmente da una parte ci sono delle leggi fisiologiche per cui una immagine percepita in un modo ha una resa, dall’altra il gusto personale dove chi guarda vuole maggior “ciò che mi piace”.

Se si aumenta la nitidezza delle immagini si deve aumentare anche il framerate catturato e riprodotto, è una legge fisiologica, altrimenti le immagini avranno mille problemi, perchè il nostro cervello e i nostri occhi lavorano in questo modo, e per quanto i detrattori, i tecnici parlino, non si sono ancora fatti upgrade di questi due device 😀

Scegliere una lente, il costo vale la candela?

Spesso ho scritto sulle lenti fotografiche, un argomento molto dibattuto tra fotografi o videmaker, si ammirano da lontano lenti costose, se ne usano di più economiche, resta il mito che le lenti siano uno dei segreti del cinema, della qualità e che se non si spende determinati budget non si hanno i livelli di qualità.

Da un lato esistono differenze reali, meccaniche, strutturali, operative delle lenti cinema verso le lenti fotografiche, per cui il motivo del loro costo è pienamente giustificato, dall’altra non sempre in altri ambiti le differenze sono così evidenti da giustificare differenze di prezzo molto ampie.

Mi sono divertito a fare qualche foto a mia nipote, e mentre le facevo ho cambiato diverse lenti 85mm, dalle più economiche a più costose, passando da una lente vintage che si trova nell’usato intorno ai 200 euro, ad una lente media meccanica, ad una serie L Canon da quasi 2000 euro.

Ognuna di esse esposte nella stessa situazione, massima apertura per metterle in difficoltà, con l’incarnato di una bimba di quasi 3 anni. Indovinate un po’ quale lente è per ogni foto ?

Le fotografie sono state sviluppate allo stesso modo, croppate al 100% da file raw, il risultato è piacevole e dettagliato in ognuna di esse. Dimostrazione che le diverse lenti se ben usate possono offrirci visivamente un ottimo servizio qualitativo.

Per la cronaca si parla di una lente vintage Nikon 85mm serie H, Samyang 85mm 1.5, Canon 85mm 1.4 Serie L IS USM. Nelle stesse condizioni offrono una resa talmente simile che difficilmente si possono distinguere, quindi… forse interscambiabili per molte situazioni.

Ovviamente ognuna di esse ha i suoi vantaggi e svantaggi, ma quello che vede lo spettatore saranno queste immagini, non la tecnica e tutto ciò che si fa dietro di esse.

Una lente cinema o di fascia superiore rispetto ad una lente vintange offrono :

  • No breathing, quando si cambia il fuoco l’ottica non respira, non cambia nulla, il che evita movimenti non voluti durante il cambio di fuoco nè aspira aria con la possibilità di introdurre aria e polvere nell’ottica.
  • Se la lente è uno zoom parafocale, si può cambiare la focale senza perdere il fuoco impostato, mentre per la maggior parte delle lenti zoom al cambio di focale si perde il fuoco.
  • Struttura e meccanica molto più robuste per reggere sollecitazioni fisiche molto intense.
  • Quasi tutte sono tropicalizzate per poter reggere senza problemi schizzi di liquidi e polvere senza danni.
  • Coating frontale e non solo pensato per evitare riflessi e degenerazioni colorate sulle alte luci (Purple fringing).

In conclusione, di fondi di bottiglia e plasticotti ce ne sono tanti, ma non sempre le differenze tra le diverse lenti sono così evidenti da giustificare dieci o trenta volte il loro prezzo, inoltre qui vedete le lenti che si sono espresse al loro meglio con un sensore senza pixelbinning o line skipping, ma se mettete delle lenti davanti a sensori fotografici, che saranno poi scalati in qualche modo, che comprimeranno in modo violento e percepibili il materiale catturato, molte lenti moderne saranno non solo superflue, ma deteriorate in modo così considerevole che rispetto alle lenti kit dette plasticotti, non saranno più nitide o più risolute.


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