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Covid19 – 5 – da telefono a Webcam

Il Covid19 ha costretto il mondo ad accelerare in modo notevole tante procedure, ha costretto i reticenti delle tecnologie ad adattarsi, ad apprendere ciò che per pigrizia evitavano, purtroppo questo ha creato mille problematiche non solo a chi non era prontissimo, ma anche a chi pur essendo pronto non era attrezzato a casa per gestire connessioni per scuola, lavoro etc.

Non tutti hanno una buona webcam, e è utile averla sia per lo smartworking che per le lezioni OnLine, ma le buone webcam (secondo le specifiche) costano centinaia di euro e spesso la qualità video non è così incredibile per come sono descritte, mentre tutti oggigiorno abbiamo in tasca una discreta o ottima camera nel nostro Smartphone.

Andando sul sito Kinoni è possibile scaricare il driver per usare lo smartphone come Webcam, dopo aver installato la app collegata sul vostro Iphone o sul vostro Android. Senza spendere un soldo potete usare la app free per fare le prove e se vedete che è la soluzione ottimale potete come meno di 10 euro comprare la app a pagamento con più controllo, risoluzione fino a fullHD, usare l’audio del telefono, etc etc.

Dal sito si scarica il driver Desktop
https://www.kinoni.com/

Per fare la prova si può usare la app gratuita IOS
https://apps.apple.com/us/app/epoccam-webcam-for-mac-and-pc/id449133483

Per usare tutte le funzioni c’è la app completa IOS 8.99€
https://apps.apple.com/us/app/epoccam-webcamera-for-computer/id435355256

Per fare la prova si può usare la app gratuita Android
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.kinoni.webcam2&hl=fi

Per usare tutte le funzioni c’è la app completa Android 5.99€
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.kinoni.webcampro&hl=fi

 

Covid19 – 4 – Consigli sulle batterie

Le batterie che normalmente usiamo in ambito informatico e filmaking si basano sulla tecnologia degli ioni di litio, una tecnologia che ha visto tante evoluzioni negli ultimi anni.

Ci sono tanti miti e leggende che trovano fondamento solo nelle prime versioni delle batterie agli ioni di litio, le moderne batterie hanno meno problemi rispetto alle precedenti tecnologie, ma ovviamente hanno dei limiti temporali di durata e un massimale di cariche e ricariche, per cui un buon uso delle batterie e una buona manutenzione è una buona abitudine per massimizzare la resa e soprattutto la durata della vita delle batterie.

Senza andare nel tecnico, una batteria è carica quando ha una differenza di potenziale tra positivo e negativo di un certo valore.
La batteria esprime il suo potenziale in Volt e ampere, quindi quando va caricata si applicherà un certo voltaggio e un certo amperaggio per ripristinare questa differenza di potenziale.

Durante la fase di carica il dispositivo / la batteria “chiede” la carica e il caricatore “offre” la potenza di carica fino al suo massimo valore di carica in Volt / Ampere.

La vita di una batteria

La durata della capacità di conservare ed erogare la carica è determinato da una serie di fattori:

  • numero di cicli di carica – scarica eseguiti
  • temperatura a cui è stata sottoposta la batteria
  • carica veloce vs carica lenta
  • età della batteria (anni trascorsi dalla creazione della batteria)
Numero di cicli di carica

Le batterie hanno un numero pressochè finito di cicli di cariche e scariche, che normalmente superano ampliamente la vita della batteria, quindi non dobbiamo preoccuparci di quante volte andremo a caricare una batteria. Un numero di cicli comune è intorno ai 1000 cicli fino ad arrivare a 8000 cicli di ricarica per alcune batterie di alta qualità. Ipotizzando di usare la batteria tutti i giorni, ricaricandola tutti i giorni si potrebbe ricaricarla per circa 3 anni senza avere ripercussioni sulla batteria.

Il caldo è il suo nemico

Il caldo generato dalla carica/scarica o quello esterno alla batteria dispositivo alimentato dalla batteria, influisce sulla qualità degli elementi chimici contenuti dentro la batteria e la loro capacità di lavoro.

Molte persone trattano male le batterie, le abbandonano scariche, al freddo, al caldo e tutte queste operazioni influiscono in modo netto sia sulle prestazioni che sulla durata di tenuta della carica delle batterie.

Carica Veloce vs Carica Lenta

Quando carichiamo una batteria da 12v possiamo usare un alimentatore da 12v 1 ampere oppure da 6v 2 ampere, la differenza tra i due casi è che con un amperaggio maggiore possiamo accelerare la carica, ma ciò genera un maggior calore, che non fa bene alla batteria e potrebbe dare danni ai cablaggi. Quindi l’uso della carica veloce, potrebbe usurare maggiormente la capacità della batteria di conservare la carica. Uso il condizionale perchè questa usura è determinata più dalla generazione del calore che da un danno chimico, quindi dipende dalla situazione, dal sistema di carica e dalla gestione della carica. Molti caricabatterie contengono chip di controllo della carica che monitorano la situzione e gestiscono l’amperaggio in uscita.

Età della batteria

L’unico vero difetto delle batterie al litio è che hanno una durata limitata, e quindi è importante conoscere la data di produzione della batteria perchè man mano che passa il tempo la capacità andrà a scendere in modo fisiologico, quindi anche quando acquistiamo le batterie per i dispositivi è importante verificare la data di produzione.

Conservazione

Quindi riassumento per conservare correttamente una batteria la strategia migliore è :

  • Fare un refresh della carica ogni 4-6 mesi.
  • Conservare in luogo fresco e asciutto.
  • Non lasciar scaricare la batteria a 0%.
  • Possono essere lasciate fino 40% di carica.

Covid19 – 3 – Pulizia Informatica

In questo periodo ognuno viene esortato a fare esercizio fisico e fare le pulizie, vale anche per i computer e le attrezzature che utilizziamo tutti i giorni.

Spesso si trascurano procedure banali, ma importanti. In diversi articoli ho parlato dell’importanza dei backup e della loro organizzazione, per cui rimando a quelli per il backup dei dati lavorativi, personali, email e tutto il resto.

Oggi parliamo della pulizia fisica dei computer, molti trascurano la pulizia interna ed esterna dei computer, ma ironicamente in un periodo come questo è fondamentale pulire a partire dal mouse, tavoletta ad una cosa che tutti NON puliscono, ovvero la tastiera, uno degli oggetti più infetti insieme al cellulare del mondo. E’ incredibile come nessuno o quasi pulisca correttamente le tastiere, e per come sono (mal) progettate, spesso è difficile pulirle realmente senza smontarle.

Da tanti anni le tastiere sono create pensando al design estetico, spesso non al design funzionale, infatti sono lineari e non ad arco, solo un paio di prodotti Logitech del passato furono sviluppate ad arco 90 gradi per evitare i danni a polso e avambraccio, allineando la posizione del polso con la linea dei tasti da premere, ma erano troppo intelligenti e furono abbandonate, ora fanno solo finta con piccole pieghe estetiche, che facendo piegare i polsi aumentano il fatturato di chirurghi specializzati in polso e tunnel carpale.
Nessuno pensa a favorire la pulizia, anzi, rispetto alle tastiere di qualche anno fà che letteralmente si potevano togliere 4/6 viti, estrarre la scheda elettronica, e tutte le parti in plastica si potevano mettere in ammollo e pulirle e igienizzarle come si deve, oggi sono non smontabili, piene di pieghe e angoli e sottosquadra pronti a raccogliere sporco, batteri, e tante altre cose.
Anche le dichiarate tastiere impermeabili antisporco hanno sottosquadra in cui si possono accumulare i batteri.

L’unico modo per cercare di pulire le tastiere sono le paste pulisci tastiera come quella che inserisco nel link a lato, che appoggiandole sulle tastiere si appiccicano allo sporco e lo portano via (lo inglobano), il che significa che dopo poco diventano inutili, perchè se contengono i batteri e lo sporco… mica la possiamo riutillizzare col rischio che rimettiamo i batteri sulla tastiera che abbiamo pulito la settimana scorsa…

Esistono bombolette di aria compressa, che spruzzano via lo sporco più leggero, ma non i batteri etc, e se come me, siete allergici a polvere e acari non è la soluzione migliore.
I computer avendo più ventole di raffreddamento portano aria dentro di loro e con essa polvere e pelucchi di vario tipo, se avete animali come me, due gatti e un cane ospite 345 giorni all’anno (qualche giorno è anche a casa sua), dentro il computer nonostante ci siano i filtri per l’aria, trovere un sacco di spazzatura che va tolto da ogni 2 settimane a una volta al mese. Il motivo per cui molti computer hanno problemi è legato al surriscaldamento, spesso creato dalle ostruzioni dei condotti dell’aria e/o accumulo di spazzatura davanti alle ventole causando rallentamenti o blocchi effettivi della circolazione dell’aria.

Pulire un computer classico non è difficile, si toglie qualche vite, aspirapolvere e si toglie lo sporco in più. Maggiore è l’investimento nel case più semplice sarà la pulizia.

 

Nel mio caso ho un piccolo frigorifero, un Thermatake X9, un “piccolo” case da server dove un computer non ha problemi ad avere 4 schede video dislocate sotto la piastra madre, 18 ventole di raffreddamento, una dozzina di hard disk, e tutta l’aria che serve.
Questo meraviglioso case si apre senza strumenti, perchè le viti sono pensate per essere tolte a mano, e ogni feritoia ha un filtro attaccato con delle calamite.

In un paio di minuti si apre, si tolgono i filtri, li posso passare sotto l’acqua per pulirli, e il tempo che si asciughino posso rimetterli in posizione senza fatica o complicazione.

L’investimento (neanche troppo impegnativo rispetto a qualunque altro buon case) viene ripagato dalla semplicità nel fare la manutenzione e soprattutto nella protezione dei miei investimenti, ovvero le schede video che restando ben arieggiate e verticali, non orizzontali compresse una sull’altra come in ogni altro case, evitano di surriscaldarsi pur lavorando ore e ore per i rendering, permettendo una vita maggiore e più efficiente.

FPN questo mostro conosciuto o forse no…

Nel mondo del video making low level ci sono diversi mostri in agguato, pronti a colpire e rovinare i video con subdoli difetti, che si vedranno solo durante l’editing, ma che diventano un tarlo che rode nel cervello dei videomaker fino a diventare un problema gigantesco, uno di questi è FPN Fixed Patter Noise, una serie di difetti che appaiono sulle immagini quando meno il videomakers se lo aspetta sfregiandole senza motivo….

o forse no…

Tecnicamente nessuna camera offre una immagine pulita, nessun sensore è perfetto, ma il segnale catturato spesso viene elaborato prima di essere in qualche modo registrato, quindi si tratta di capire cosa e quando accade che il segnale sia “sporco” in qualche modo.

Nessuna camera è esente da difetti, purtroppo esiste un assioma per cui l’aspettativa dell’utente è inversamente proporzionale al prezzo della camera, meno costano le camere più le persone pretendono come risultati.

Se avessero modo di vedere il segnale grezzo uscente da una cinepresa da 100k euro sarebbero ancora più delusi, ma quello che vedono è il risultato finale, correttamente esposto, ben processato, correttamente scalato, gradato e ben compresso per la distribuzione nei vari media.

Ogni sensore a seconda delle situazioni soffre di diversi problemi di gestione del segnale, il cmos soffre di smear orizzontale di fronte ad una scarsa informazione di base, immagini con basso contrasto (scarsa sollecitazione luminosa), e questo si può riscontrare su una red Helium 8k, come su una canon da 400 euro.

Quando si cattura una immagine l’energia luminosa convogliata dalla lente e catturata dal sensore viene trasformata in impulsi elettrici e a seconda della quantità e del tipo di informazioni possono generare informazioni più o meno dettagliate, che conterranno più o meno rumore, e a seconda del tipo di cattura, dell’elaborazione del segnale si potranno ottenere immagini più o meno pulite da suddetto rumore.

Red FPN

Molto spesso si pensa che una camera costosa sia migliore per mille ragioni, a partire dal prezzo… a lato vediamo un esempio di una red che presenta FPN, sia perchè sottoesposta, sia perchè non è stata correttamente calibrata. Alcune cineprese come Red hanno una calibrazione interna chiamata Black shading che va fatto ogni volta che si cambia in modo notevole la temperatura di esercizio, altrimenti il rischio è quello di riscontrare diversi tipi di problemi nell’esposizione, tra cui questo difetto.

 

Canon FPN

Comunque alla faccia di chi dice che oggi se non hai la camera X hai difetti rumore e mille altre robe, ho aggiunto qui sotto un esempio di shooting a lume di candela, senza grading, senza denoise (durante il mastering parte del noise viene eliminato dalla compressione e dalla scalatura in basso verso il 4k, quindi spesso è meglio evitare il denoise di un filmato), e nonostante sia stato solo fatto il bianco per bilanciarlo alla dinamica del tungsteno, l’immagine non presenta FPN, noise in eccesso o altri problemi…

Low light experiment with Candles and Gh5 from Carlo Macchiavello on Vimeo.

Ma naturalmente le persone direbbero che di luce ce n’è fin troppa, perchè ci sono tante candele.
Ho testato i limiti di una camera dichiarata NO LOW LIGHT l’Ursa mini Pro G1, usando esclusivamente un telefono e un tablet come elementi di illuminazione a 800 iso 35mm diaframma a 2.
Come potete vedere nel video di delivery finale, senza pump up delle ombre, senza postproduzioni strane o denoise, l’immagine è pulita e semplice senza difetti, che sono realmente presenti sul sensore, se si sotto espone fortemente. Consideriamo inoltre che riprendere in 4.6k ovvero 4508 pixel per un delivery a 4096 (4k dci) o 3840 (UHD) offre i vantaggi di poter avere nel downscaling il miglioramento e l’ottimizzazione dell’immagine finale, quindi fare i pixel peeper del singolo pixel al 100% su un formato maggiore del delivery è tempo perso.

Molto spesso si associano i difetti a una camera piuttosto che un’altra, mentre in realtà non si dovrebbe pensare di camere quanto di sensori utilizzati male e/o sotto esposti in modo vigoroso, o mal processati dal  fpga della camera.

 

Che mi serve per…. Iniziare a fare riprese?

Una domanda che capita spesso nei forum, e non solo … Cosa mi serve per cominciare, e cosa devo comprare? Difficile dare una sola risposta.

Diciamo che si può pensare di partire dal basso, e poi man mano che si lavora, che si hanno più possibilità economiche e/o esperienza nell’usare i prodotti, si può cambiare la propria attrezzatura, o fare un “upgrade”. Da buon genovese sono dell’idea che sia buona pratica investire sul lungo termine, per cui ci sono spese che nel tempo anche se più alte di altre, durano, per cui alcuni prodotti come le lenti me le porto dietro da anni, perché se trattate bene … beh ho lenti più vecchie di me… direi che con questo si può già fare un discorso serio sulla durata di alcuni componenti dell’attrezzatura.

Scegliere le componenti del proprio kit di lavoro è difficile e spesso ci si può far abbagliare da mille e più attrezzi e strumenti di lavoro, quindi diventa importante scegliere nel modo corretto gli strumenti in funzione anche del tipo di lavoro che si fa, ad esempio se normalmente si è un one man band, comprare mille attrezzature che fisicamente non si possono trasportare con noi, è poco utile nella prima fase, oppure se lavoriamo prettamente in Run&Gun avere 10 lenti è meno utile di avere uno zoom di buon livello.

L’idea di questo post è quella di buttar giù due righe su un kit base per una camera media (la black magic production camera 4K) che ha una serie di necessità molto simili a quelle di una video reflex, quindi diventa abbastanza flessibile per aiutare anche chi scegliendo una reflex deve fare delle scelte pratico economiche.

Per ogni Kit sotto l’elenco spiego il perchè della scelta di quei componenti, in modo che ognuno possa trarre le proprie conclusioni e quindi creare il proprio setup in funzione delle proprie necessità.

Kit 101 base o l’indispensabile
  1. Camera (BlackMagic Production Camera 4K  o fotocamera)
  2. Lente 18-55 55-250 Canon (kit di due lenti tutto fare)
  3. Filtro ND variabile + Cokin sfumati
  4. Batteria semplice
  5. Cavalletto base
  6. Microfono rec tipo zoom o tascam base
  7. Monitor hdmi / convertitore sdi hdmi
  8. Ssd + lettore portatile, SD/CF + lettore portatile
  9. Panno microfibra per lenti
Il primo kit  è la base con cui siamo sicuri di poter compiere un lavoro, senza spendere follie, ma senza rischiare di essere in difficoltà.
1) Sulla scelta della camera non mi esprimo, ognuno ha le proprie preferenze e fa le proprie scelte.
2) suggerisco il classico kit dei due zoom economici, ma efficienti, che coprono da 18 a 250 mm con diaframmi variabili stabilizzati, qualitativamente sono sufficientemente nitidi per supportare anche il 4k, e possedendo lo stabilizzatore sono una ottima coppia di lenti per il video. Ho indicato il marchio per il semplice fatto che la BMD offre maggior supporto e compatibilità per controllo diaframmi, stabilizatore alle lenti Canon che alle compatibili. In realtà il mio unico interesse è relativo allo stabilizzatore delle lenti, perchè il fuoco in video si fa prevalentemente a mano, per controllare meglio la resa.
Personalmente a livello di gusto preferisco le focali fisse luminose, ma per una questione di praticità / costo / startup avere un paio di zoom ci permette di partire coprendo le diverse focali senza fare una spesa folle. Per una disamina maggiore fate riferimento al post relativo alla scelta delle lenti e dell’acquisto delle lenti.
3) Filtri ND variabile è fondamentale per controllare quando la luce è troppa forte, anche se molti tendono a sottovalutare questo fattore, è molto importante per non avere problemi di velocità di shutter, che crea immagini stroboscopiche.
4) Ogni camera tende a consumare molta corrente durante le riprese, per cui si deve usare una batteria esterna o batterie aggiuntive, spesso un semplice powerbank con il voltaggio giusto può essere una soluzione economica ed efficace, o nel caso di una reflex un battery pack. Alcune camere come le blackmagic Cinema Camera RICHIEDONO la batteria esterna, quella interna è solo come batteria tampone di passaggio tra una batteria esterna e l’altra, solo con la batteria interna, per risparmiare nei consumi non attivano lo stabilizzatore delle lenti.
5) Senza doversi svenare è importante fare una buona scelta per il cavalletto, perchè la stabilità delle riprese dipende dalle gambe del cavalletto, la fluidità delle panoramiche e dei movimenti dipendono dalla morbidezza della testa fluida.
Un buon cavalletto deve avere come caratteristiche di base la cosidetta testa fluida o testa video, pensata per movimenti fluidi, altrimenti non potremo muoverci in modo corretto, e una capacità di carico proporzionale ad almeno il doppio della nostra attrezzatura, altrimenti se portato al limite non sarà mai fluido o comodo nei movimenti.
In alcuni casi è comodo scegliere separatamente gambe e testa, perchè si possono trovare occasioni più interessanti e allo stesso tempo più economiche che il prodotto completo.
6) nella maggior parte dei casi le camere / fotocamere non hanno un buon reparto microfonico, quindi è importante aggiungere un microfono e spesso un recorder al set. Per partire l’investimento potrebbe essere la coppia dei due, ad esempio uno Zoom H1 o un tascam DR-05V2 su budget di un centinaio di euro offrono registratore e microfono di buona qualità, entrambi hanno la filettatura per poterli montare o sulla camera o su cavalletto o su asta microfonica per prendere più da vicino l’audio e quindi avere una resa migliore.
7) la maggior parte delle camere non hanno un buon monitor / efv per poter giudicare il fuoco, ma sono solo dei sistemi di controllo dei parametri, quindi può essere necessario investire su un monitor che ci aiuti a giudicare il fuoco.
In un primo step diventa utile avere un monitor HDMI per poter gestire la messa a fuoco, se si lavora con diaframmi più chiusi potrebbe non essere indispensabile, ma il prodotto nel tempo diventa molto utile. Oggi ci sono diverse soluzioni, addirittura dei monitor che nascono per espandere i monitor dei portatili e si alimentano via Usb a 5v, quindi con un power banc completamente portatili e anche di grandi dimensioni, dare un suggerimento è difficile perchè sul mercato ce ne sono diversi e a prezzi variabili da un paio di centinaia di euro in su. Personalmente ho imparato che risparmiare su questo prodotto significa avere monitor non risoluti, quindi inutili per il fuoco, quindi tanto vale usare il monitor della camera, ben protetto. Meglio se non si ha un grande budget cercare nell’usato o un Atomos ninja o un Blackmagic Video assist che almeno offrono un fullHD, altrimenti se si lavora con monitor grande, ma la risoluzione reale è 480p è inutile allo scopo del fuoco. In questo ambito il costo deriva da due caratteristiche : tipo di ingressi, per cui se abbiamo un monitor con ingresso SDI tutto costerà molto di più; risoluzione reale del monitor, che essendo un pannello più costoso avrà un innalzamento di costo. Il fattore recorder, che alcuni lo sono, non sempre innalza il costo in modo significativo.
8) Il supporto su cui scrivere (ssd per la blackmagic, SD o CF per molte altre camere e uno strumento per leggere tali supporti. In generale è fondamentale avere un supporto di alta qualità perchè quando si lavora tutto il lavoro se non è su un supporto serio e professionale, si rischia di perdere tutto per aver risparmiato pochi euro su un supporto di scarsa qualità. Non fidatevi delle specifiche ma testate sempre i supporti con la vostra camera, formattate direttamente in camera e non con il computer e testate registrando sequenze molto lunghe in modo da essere tranquilli sulla registrazione.
Un buon lettore è utile per ottimizzare tempi e avere la certezza che nella copia non si perdano dati durante la copia perchè molti non sanno che ci sono rischi nel corrompere i dati durante la copia, quindi usare prodotti di qualità è importante.
9) un prodotto semplice, banale, ma che molti dimenticano, un panno in microfibra per la pulizia delle lenti, ne esistono di specifici, e catturando la polvere evitano di graffiare le lenti quando si puliscono da polvere o altro. Togliere la polvere è un attimo prima di riprendere mentre dopo…

Riflessioni pre acquisti

Volendo ottimizzare gli investimenti nel tempo, ci sono delle scelte da fare quando si fanno gli acquisti, ci sono delle scelte che richiedono un poco di investimento in più inizialmente, ma poi si possono riutilizzare nel tempo.

Filtri : durante l’acquisto di un filtro o più filtri c’è da fare più di una valutazione, se si vuole un buon filtro si deve spendere, perchè la qualità si paga; una buona abitudine è quella di scegliere un filtro per la dimensione maggiore delle lenti possedute o che si vuol possedere, e poi usare degli anelli riduttori, in modo che invece di prendere 3-4 filtri di media qualità, se ne prende uno di ottima qualità e poi con gli anelli riduttori lo si adatta a tutte le lenti.

Filtri a lastra : una soluzione economica per adattare più lenti allo stesso filtro è quello di usare dei filtri a lastra, in modo che spostando il portafiltri si usa lo stesso filtro su più lenti differenti.


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