Quando si lavora in esterni, ma anche in interni, non sempre è facile giudicare l’esposizione dai monitor, un buon Dop userà un esposimetro per controllare l’esposizione, ma spesso può essere utile usare anche degli strumenti digitali per misurare la luce catturata dal sensore, strumenti come la zebra e l’istogramma aiutano a capire come è distribuita la luce nell’inquadratura, ma non sembra aiutano ad esporre.

Esistono diverse ragioni per usare i falsi colori con l’esposimetro, la prima è una questione di consistenza di esposizione tra una inquadratura e l’altra, per semplificare il montaggio e allo stesso tempo mantenere coerenza per post e color correction.
Un buon esposimetro aiuta a capire la differenza di luminosità tra luce e ombra, avere dei colori che indicano le differenze di esposizione nell’immagine, soprattutto potendo fare il play dell’inquadratura precedente e quindi fare il confronto, è un ottimo ausilio al lavoro corretto. Se ne può fare a meno, ma è molto molto comodo.

Registrando in Log e in Raw la curve di cattura delle informazioni è differente rispetto al segnale in 709, per questa ragione è molto importante usare questa tecnica di analisi dell’immagine, in modo da esporre nel modo corretto e sfruttare allo stesso tempo tutta la gamma dinamica disponibile. Quando si lavora con i falsi colori è fondamentale visualizzare in Log, ed eventualmente usare una LUT per visualizzare l’immagine nel monitor corretta.

Da diverso tempo le camere e molti monitor offrono la mappatura con falsi colori per capire come sono esposte le diverse aeree dell’immagine, dove la luminosità viene mappata su colori differenti e quindi abilitandola è facile capire se stiamo esponendo in modo corretto o no.

In questa immagine è possibile vedere la gamma dei colori dal buio a sinistra fino alla luce piena a destra. Da una rapida analisi possiamo vedere come una buona immagine dovrebbe apparire tra il grigio scuro e il giallo appena accennato, per evitare ombre troppo profonde da generare troppo rumore, e il rosso del bianco completamente clippato.

Questo esempio mostra due esposizioni diverse, che a prima vista sono poco differenti a monitor, ma con i falsi colori è semplice capire cosa è sottoesposto.
L’immagine di sinistra mostra il blu nelle foglie, il che evidenzia che è al di sotto dell’ombra scura, ma è sottoesposta, mentre il grigio scuro è ancora in un range più che utilizzabile, e le parti verdi indicano che abbiamo un buon dettaglio (18% di grigio), sulle alte luci abbiamo un giallo miscelato con il grigio chiaro, quindi sono alte luci perfettamente recuperabile e piene di dettaglio.
L’immagine di destra mostra la scatola colorata, le foglie tra rosa – grigio e verde, quindi abbiamo una esposizione corretta sulle foglie, sull’immagine in generale. Ma la finestra che è tra il giallo (limite delle alte luci) e il rosso, quindi le alte luci sono bruciate.

Ora come è semplice dedurre, la immagine perfetta oscilla tra il grigio scuro e il grigio chiaro, quando vediamo blu stiamo perdendo nelle ombre, quando vediamo giallo stiamo perdendo sulle alte luci, se abbiamo viola abbiamo ombre chiuse a nero, se abbiamo rosso abbiamo bruciato le alte luci. Naturalmente dipende dall’immagine, perchè se stiamo realizzando una immagine noir è normale avere una parte dell’immagine viola perchè completamente nera, ma useremo le altre tonalità per illuminare correttamente le parti in luce.

Se vogliamo illuminare in modo bilanciato una scena, basterà guardare attraverso il monitor e compensare illuminando quello che è blu, o proteggendo quello che diventa giallo.

Perchè è importante isolare correttamente le aree da illuminare? Perchè sottoesponendo una parte che dovrebbe essere in luce andiamo a generare noise, e alle volte più di quanto si possa immaginare. Esporre l’area in verde o in grigio scuro da questa differenza che vedete sotto (a sinistra grigio scuro, a destra verde). la differenza a livello di immagini è tra lo stop e 3/4 di stop che spesso si potrebbe non vedere, ma in realtà quando si osserva con i falsi colori si vede la differenza, e alla fine dello shooting, la differenza si sente.