Chi segue il mio sito sa come sia appassionato di lenti Vintage, spesso si trascura il passato dove si possono trovare delle lenti molto interessanti e dalla qualità eccezionale per i problemi di adattamento con le baionette moderne. Alcuni marchi come Nikon hanno solo evoluto aggiungendo contatti e altre opzioni allo stesso tipo di baionetta creata dalla Nippon Kogaku degli anni 40, quindi tranne per i primissimi obiettivi che avevano una levella che scontrerebbe contro lo specchio delle macchine moderne (eliminabile con una operazione di bricolage di un paio di minuti) è possibile utilizzare le lenti del passato sui corpi moderni. Altri marchi come Canon, Minolta, Pentax etc hanno fatto modifiche alle baionette, spesso cambiando il tiraggio (distanza sensore/pellicola/piano focale a proiezione della lente) per cui diventa complesso se non impossibile convertire le lenti per le baionette moderne; in alcuni casi diventa molto costosa l’operazione e quindi se la lente non ha un valore storico, qualitativo, affettivo, non ha senso eseguire tale operazione.

Come ho spiegato nell’articolo introduttivo all’adattamento delle lenti, alcuni tipi di baionetta sono adattabili aggiungendo un anello tra la vecchia baionetta e la nuova, ma questa operazione, per quanto si operi o con anelli economici di produzione cinese o si preferiscano anelli di qualità, avviene sempre una sorta di gioco tra le due baionette che spesso inficia la qualità, pochi centesimi di mm e il fuoco si sposta, o se la tornitura non è perfetta un lato può essere meno nitido di un altro; anche quando non si ha gioco, durante la rotazione per la messa a fuoco la presenza dell’anello aggiunge una sorta di frizione aggiuntiva nel movimento, e col tempo il gioco tra i due elementi si crea proprio perchè si sforza sulla rotazione un elemento agganciato. La soluzione migliore è sempre la sostituzione della baionetta perchè crea un corpo unico con la lente, avvitato con il corpo principale e quindi durevole nel tempo, maggior precisione, zero gioco alla torsione, e spesso con cifre più che oneste. A seconda dei mount esistono più o meno baionette adattatrici, ci sono quelle di produzione semplice, come quelle sviluppate da Leitax.com che colmano il gap dei diversi tiraggi e sono di ottima qualità, oppure quelle sviluppate su misura per i singoli obiettivi come quelle di EdMika che disassembla e rende utilizzabili anche lenti CanonFD e Minolta che non sarebbero utilizzabili come tiraggio sulle camere moderne, creando kit su misura per le singole lenti.

Nel mondo delle lenti di produzione tedesca, di cui molti conoscono le mitiche Zeiss, esiste un altro marchio storico, VoigtLander, fondata nel 1756 a Vienna e deputata alla progettazione prima di lenti per binocoli e poi dal 1849 per fotografia di alto livello, alla fine degli anni 50 venne acquistata da Zeiss, cambiando il nome in Zeiss Ikon Voigtlander, poi venduta nel 73 a Rolley, questo particolare storico è il lato che ci interessa, perchè grazie a questo “gemellaggio” furono prodotte una serie di ottiche molto interessanti in quel periodo su schema ottico Zeiss e con elementi prodotti e/o assemblati in Germania da Voigtlander e in Giappone da Mamiya, molte di queste con il mount Rolley chiamato QBM, un mount molto semplice ed economico da sostituire, rendendo moderne come utilizzo lenti di quasi 50anni fà.

In questa semplice descrizione mostro come sia facile sostituire il mount Rolley e inserire un Mount Eos EF per utilizzarlo su camere come Blackmagic Design il mount EF.
In questo caso andiamo a lavorare su un Ultron 55mm 1.4 AR, serie creata su schema e formula Zeiss, la stessa del Planar 55mm 1.4.

In 5 passi si passa da una lente inutilizzabile su Reflex moderne a una lente saldamente attaccata ad un Mount Moderno EF.

1) svitare facendo attenzione le 3 viti posteriori, non sforzare, e usare un cacciavite a misura corretta per non graffiare le viti, ma importante per non rischiare di scivolare sulla lente.
Nel caso non si svitassero per colpa dell’età un trucco è quello di prendere un cotton fiock, bagnarlo con acetone industriale e appoggiarlo gentilmente sulla vite che non si svita per un paio di secondi, l’acetone industriale scioglie l’eventuale sedimento o colla usata da alcune aziende nel fissaggio delle viti. Se sentite ancora una forte resistenza, si può provare a girare la vite in senso orario di poco e poi antiorario per svitare, spesso le viti bloccate è più facile forzare prima nel senso di avvitamento e poi svitare.
2) prima di estrarre la baionetta, utiizzare una punta o altro elemento per bloccare il perno di autoapertura del diaframma, perchè se esce con la baionetta poi diventa complesso gestire il rimontaggio. In questo caso era già stato bloccato dal precedente proprietario, quindi non è stato difficile estrarre la baionetta e lasciare l’elemento al suo posto.
3) allineare la nuova baionetta al posto della vecchia curando che coincidano le viti, ma soprattutto che la parte di blocco dell’elemento sia allineata alla presenza del perno.
4) inserire leggermente le viti avvitandole con le dita, per verificare che tutto sia allineato perfettamente, evitando in questa fase sforzi o altro che possano minare la sede della filettatura.

5) Concludere stringendo le tre viti nella sede, in modo da legare saldamente la nuova baionetta con il corpo lente.

Il gioco è fatto…

A questo punto abbiamo una splendida lente, che concorre in qualità con il Planar Zeiss 55mm 1.4 degli anni 70, ma ad una frazione del suo prezzo, e rispetto a molti modelli con anche una nitidezza laterale a tutta apertura superiore al Planar stesso.